Covid-19, vaccini o farmaci?

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Quando si parla di vaccinazione anti-Covid, si parla erroneamente di vaccini “approvati”. In realtà, si tratta di vaccini “autorizzati” dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) in via sperimentale, in mancanza di una cura efficace. Sono sostanzialmente nuovi farmaci, definiti anche “terapia genica”. Il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio è tenuto a effettuare uno studio sulla loro sicurezza post-autorizzazione (per il vaccino Comirnaty di Pfizer/BioNTech, ad esempio, si concluderà ad aprile 2023). Vengono identificati dal triangolo equilatero nero rovesciato, da includere nei fogli illustrativi, per informare pazienti e operatori sanitari che si tratta di prodotti soggetti a monitoraggio addizionale. Si tratta, inoltre, di vaccini messi sul mercato a tempo di record, in meno di un anno. Siamo ben lontani, dunque, dai 28 anni intercorsi per portare a termine il vaccino per la varicella e i 15 per quello sul papilloma virus.

Vaccini

Nato come possibile approccio alla cura dei tumori, il vaccino prodotto da Pfizer/BioNTech, così come quello sviluppato da Moderna Therapeutics, sfrutta l’innovativa tecnica dell’Rna messaggero. In questo caso, l’m-Rna del vaccino, protetto da sfere di lipidi sintetici, viene usato come vettore di informazioni. I ribosomi traducono il messaggio nella produzione della proteina Spike, usata dal SARS-CoV-2 come chiave di accesso per agganciarsi alle cellule delle vie respiratorie. Si innesca così la risposta immunitaria e la produzione di anticorpi specifici.

Anche Vaxzevria di AstraZeneca e Janssen di Jonnson&Johnson sfruttano una tecnologia nuova sperimentata con Ebola. Si tratta dell’adenovirus (di scimpanzé o umano), incapace di replicarsi, usato come vettore per portare nelle cellule l’informazione genetica attraverso il Dna modificato per la produzione della proteina Spike, contro la quale si innesca la produzione di anticorpi.

«I vaccini a Rna messaggero sono una rivoluzione – afferma Antonella d’Arminio, direttore della Struttura complessa di malattie infettive, ASST Santi Paolo e Carlo di Milano D’Arminio – Sono una grande scoperta e potranno essere utilizzati anche per altri microrganismi e nell’immediato sembra diano una copertura maggiore dei vaccini “classici”. Quelli a vettore virale non sono una novità assoluta. Sono molto immunogeni, ma, come emerge dai trial, mostrano un’efficacia minore rispetto a quelli basati sull’Rna messaggero, per i quali si arriva fino al 95%. L’Rna, poi, si degrada subito dopo la formazione della proteina Spike. Sull’efficacia a lungo periodo non sappiamo, l’esperienza al riguardo è ancora scarsa».

L’unico vaccino per il quale la Food and drug administration (Fda), l’ente regolatorio negli Stati Uniti, ha dato approvazione completa e definitiva, lo scorso mese di agosto, è il vaccino Comirnaty di Pfizer/BioNTech.

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