Molto spesso diabete e ipertensione vanno a braccetto. Nei pazienti con diabete di tipo 1, la pressione alta è spesso determinata da una nefropatia sottostante, mentre in chi soffre di diabete di tipo 2 è parte della sindrome metabolica che ne ha determinato l’insorgenza. Non è raro, anzi, che l’ipertensione giunga prima del diabete stesso. Quando coesistenti, comunque, il trattamento dell’ipertensione è parte integrante del percorso di cura del soggetto diabetico, già di per suo maggiormente predisposto alle patologie cardiovascolari e a quelle del microcircolo a causa dell’instabilità glicemica. In questi soggetti l’ipertensione può, per esempio, favorire la comparsa della retinopatia diabetica, ma anche determinare un infarto del miocardio. Secondo l’American Heart Association, quando la pressione sanguigna supera il 140 mmHg, i soggetti diabetici hanno il 50% di rischio in più di incorrere in patologia cardiovascolare. Se si pensa che circa il 60% degli adulti con diabete soffre anche di pressione alta… la questione assume una certa importanza.

Secondo l’Associazione Medici Diabetologi, quando un soggetto diabetico presenti pressione sistolica superiore a 160 mmHg e diastolica superiore a 100 mmHg, allora occorre avviare un trattamento farmacologico adeguato. Sotto questi valori, si può ridurre l’azione farmacologica, agendo anche su cambiamenti nello stile di vita del soggetto. Fino a valori di 140 mmHg e 90 mmHg, invece, si può lavorare sugli stili di vita per 3 mesi, per poi passare all’aggiunta di farmaci se non si raggiungono i risultati sperati. Quale il ruolo, in questo contesto, della fitoterapia? In letteratura si trovano numero studi che valutano l’efficacia di composti vegetali nel trattare l’ipertensione in pazienti con diabete, come il te verde. Tuttavia, i risultati sono spesso controversi e non si è giunti ad alcuna evidenza certa di efficacia o inefficacia. Per dipanare la matassa, un team di ricerca iraniano ha condotto una revisione sistematica e una meta analisi degli studi randomizzati controllati presenti in letteratura, pubblicandone i risultati su “Journal of Herbal Medicine”. 10 gli studi individuati tra vari database, come PubMed/Medline, Scopuse ISI web of science. 681, in tutto, i pazienti presi in considerazione. Il primo risultato certo è che l’assunzione continuativa di te verde come integratore non modifica in alcun modo la pressione sistolica: un esito evidente in tutti gli studi presi in considerazione.

Leggeremente diverso il discorso per la pressione diastolica: in questo caso, infatti, il te verde sembra essere efficace sul sottogruppo di soggetti con pressione diastolica alta, mentre nel complesso di tutto il campione non mostra effetti certi. Sulla base di questa revisione, quindi, utilizzare il te verde per trattare la pressione alta nei pazienti diabetici è una scelta inefficace. Allo studio hanno partecipato la Ahvaz Jundishapur University of Medical Sciences, la Shahid Beheshti University of Medical Sciences, la Tehran University of Medical Sciences, la Lorestan University of Medical Sciences, e la Islamic Azad University North Branch.

Studio: Damoon Ashtary-Larky, Sara Niknam, Mohammad Javad Alaeian, Maryam Nadery, Reza Afrisham, Faezeh Fouladvand, Zeinab Ojani, Mohammad Zayandeh Ghohpayeh, Mohammad Zamani, Omid Asbaghi. The effect of green tea on blood pressure in patients with type 2 diabetes mellitus: A systematic review and meta-analysis. Journal of Herbal Medicine, Volume 37, 2023. 100622, ISSN 2210-8033. Doi: https://doi.org/10.1016/j.hermed.2022.100622.