La prevenzione del diabete, che è diventata una vera piaga in termini di diffusione negli ultimi decenni, può essere attuata attraverso i corretti stili di vita, la diagnosi e il trattamento precoce: strumenti irrinunciabili per ridurre il rischio di complicanze che possono diventare invalidanti.

Quando si parla di diabete tipo 2, basta guardare i rapporti dell’International Diabetes Federation (IDF) per capire quanto sia grave la situazione: il diabete causa 73 morti al giorno in Italia e quasi 750 in Europa; circa il 6% della popolazione italiana soffre di diabete e patologie correlate.

Siamo in presenza di una vera pandemia confermata dai dati epidemiologici, che ci indicano che più 400 milioni di persone nel mondo sono affette da diabete e per questo servono nuove sinergie che l’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO), spin-off nato all’interno dell’Università Tor Vergata di Roma cerca di creare attuando una raccolta e condivisione di importanti informazioni attraverso la ricerca, il Diabetes Monitor Journal e l’evento “La pandemia del diabete tipo 2 e il suo impatto in Italia e nelle regioni” organizzato a Roma nel giugno scorso.

Proprio da quest’ultimo congresso è emersa una precisa fotografia del diabete in Italia e tante riflessioni su come agire sul problema in modo costruttivo. In proposito spiega Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat: «Il diabete fa parte delle patologie croniche non trasmissibili, che hanno un impatto elevato sul sistema sanitario. Un impatto che, se non efficacemente contrastato, negli anni futuri è destinato a crescere. Si tratta di una sfida globale, recepita anche dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, che, nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ha fissato nel target 3.4, l’obiettivo di ridurre di un terzo la mortalità prematura riconducibile alle malattie non trasmissibili, tra le quali è compreso il diabete».

In merito alla stretta relazione fra diabete e obesità afferma Graziano Di Cianni, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD): «L’ultimo rapporto europeo sull’obesità pubblicato di recente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, riporta che oltre la metà della popolazione adulta europea (59%) – e al suo interno un bambino su tre – è obeso o in sovrappeso. Obesità e sovrappeso, condizioni che concorrono a determinare circa il 13% dei decessi di ogni anno, sono strettamente correlate allo sviluppo del diabete e delle sue complicanze croniche quali quelle cardiovascolari, renali, oculari. Individuare una strategia efficace di prevenzione e gestione del diabete equivale, pertanto, ad incidere in maniera efficace sulle “malattie a lungo termine”».