Gli italiani e l’osteopatia

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Un italiano su tre conosce l’osteopatia e uno su cinque si è rivolto a un osteopata nella vita. Ciò significa circa 10 milioni di pazienti. Dati importanti emersi dalla prima indagine demoscopica realizzata da Eumetra Monterosa per fotografare la diffusione e la conoscenza di questa disciplina in Italia.

A promuoverla il ROI, Registro degli Osteopati d’Italia (), la più antica e rappresentativa associazione del settore, nata nel 1989 con l’obiettivo di stimolare e valorizzare l’osteopatia in Italia. Il ROI promuove la ricerca in campo osteopatico, l’aggiornamento e la formazione professionale dei suoi iscritti, a garanzia della qualità e della sicurezza delle prestazioni offerte, spiega la presidente Paola Sciomachen. Siamo in prima linea nella battaglia per il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria, obiettivo la cui realizzazione finale sembra avvicinarsi sempre di più, aggiunge.

Il disegno di legge (DDL) Lorenzin, che all’articolo 4 prevede proprio questo, è stato approvato in Senato nel maggio del 2016 ed è ora in discussione alla Camera, spiega la senatrice Emilia De Biasi, che ne è firmataria e relatrice. Più di un terzo degli italiani che si rivolgono a un osteopata lo fanno dietro consiglio del medico curante. Una dimostrazione chiara di come l’osteopatia, seppur non ancora ufficialmente riconosciuta, sia già di fatto una professione integrata con le altre in un sistema di cura che pone la salute del paziente al centro di un disegno più ampio. Il ROI conta 2500 iscritti, ma si stima siano molti di più gli osteopati italiani che beneficerebbero del riconoscimento della propria attività come professione sanitaria.

A tal fine è in corso un censimento dal nome OPERAOstheopatic Practitioners Estimates and Rates – a cui tutti gli osteopati possono partecipare, per raccogliere dati attendibili su molti aspetti che riguardano l’esercizio della professione e la sua reale diffusione sul territorio.