Il trattamento omeopatico della Bpco

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Secondo la definizione del Ministero della Salute, «La Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una malattia, prevenibile e trattabile, caratterizzata dalla limitazione del flusso aereo per alterazioni a carico delle vie respiratorie più piccole (bronchiolite ostruttiva) e in parte per la distruzione della struttura del polmone (enfisema); il contributo di queste due componenti varia da un individuo all’altro». La Bpco è associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare che provoca una progressiva limitazione del flusso aereo e di conseguenza il deterioramento e un declino progressivo della funzionalità respiratoria ed è fra le cause più frequenti di insufficienza respiratoria. Sintomi respiratori caratteristici sono la dispnea cronica e progressiva, la tosse e/o la produzione di espettorato. Sono sintomi che si sviluppano lentamente e insidiosamente negli anni. È importante, pertanto, identificare i soggetti a rischio, in particolare tra i fumatori, prima che la malattia evolva in modo preoccupante per la salute. La Bpco costituisce, infatti, un grave e crescente problema sanitario a livello mondiale, come confermato da numerosi studi.

Le Linee guida GOLD (Global Initiative on Obstructive Lung Deseases) edite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal National Institute of Health evidenziano come sia importante controllare i sintomi tramite la prevenzione e l’attuazione di una terapia mirata, al fine di ridurre al minimo i fattori di rischio, per evitare pericolose complicanze e minimizzare così la progressione della malattia. Agire in prevenzione, per ridurre al minimo i fattori di rischio (fumo di sigaretta in primis, ma anche inquinanti ambientali ecc.), vuol dire anche cercare di aumentare le difese immunitarie, diminuire lo stato infiammatorio, contenere il carico farmacologico, limitare gli effetti iatrogeni, migliorare il tono generale. Tale risultato può essere ottenuto anche con l’aiuto delle medicine complementari, tra cui l’omeopatia.

I medicinali di terreno

L’omeopatia può contribuire a migliorare il controllo della sintomatologia attraverso un’azione volta a modificare la reattività del paziente e a stimolare i fisiologici meccanismi di difesa e di riequilibrio dell’organismo. È possibile ottenere ciò integrando i medicinali omeopatici specifici della reattività individuale del paziente con i broncodilatatori e i corticosteroidi. Questa integrazione consente di ottenere una maggior efficacia con minori effetti collaterali ed è esente da pericolose interazioni con la terapia farmacologica concomitante. «I medicinali omeopatici di terreno respiratorio agendo sul modello reattivo globale del paziente offrono la possibilità di condizionare, almeno parzialmente, l’evoluzione dei processi che portano all’insufficienza respiratoria cronica» (Campanini–Biondo, 2011).

I cosiddetti medicinali di terreno, cioè quelli prescritti prevalentemente sui dati della tipologia sensibile e del modello reattivo, rappresentano una importante opportunità terapeutica perché consentono di trattare il quadro clinico nella sua globalità, comprendendo oltre alla Bpco gli altri aspetti della patologia concomitante così frequenti e importanti nell’anziano. I medicinali più utilizzati sono indicati di seguito con le loro caratteristiche principali: la prescrizione deve essere eseguita dopo un’attenta analisi  della materia medica, che fornisce ulteriori informazioni su sintomi, modalità e patologie concomitanti (Campanini–Biondo, 2011).

Alcuni rimedi omeopatici utili

  • Arsenicum album: particolarmente adatto a soggetti magri, astenici, con ansia e paura delle malattie, con scarso appetito, freddolosi e affetti da patologia cutanea cronica (eczema, psoriasi) e da disturbi digestivi (dispepsia, intestino irritabile con prevalenza di diarrea).
  • Calcarea carbonica: sono frequenti le suppurazioni e la tendenza alla fibrosi polmonare nei soggetti con le caratteristiche morfologiche e costituzionali del medicinale, ossia struttura ossea imponente con tendenza all’artrosi precoce e spesso sovrappeso.
  • Causticum: è il medicinale di soggetti con grande difficoltà all’espettorazione per debolezza neuromuscolare, incontinenza vescicale e tendenza alla fibrosi dell’interstizio.
  • Lycopodium clavatum: oltre che per i disturbi dell’apparato respiratorio, il medicinale è particolarmente indicato in anziani dispeptici, subito sazi, con meteorismo e stipsi, disturbi urinari legati a patologia prostatica. Presentano carattere “difficile”, tendenza alla critica e all’autoritarismo e con possibilità di sintomatologia ansioso-depressiva associata.
  • Natrum sulfuricum: è il medicinale delle riacutizzazioni della Bpco con catarro abbondante e localizzazione preferenziale del quadro flogistico a sinistra, in soggetti spesso in sovrappeso, con eczemi agli arti inferiori e con intestino irritabile.
  • Pulsatilla: oltre alla specifica indicazione legata alla tosse produttiva, questo medicinale è utile quando vi sono disturbi digestivi e circolatori in soggetti con umore variabile, facilmente scoraggiati e bisognosi di sostegno affettivo e di rassicurazioni continue da parte del medico.
  • Silicea: le frequenti riacutizzazioni da infezioni batteriche e la tendenza all’interstiziopatia sono segni caratteristici di un medicinale particolarmente indicato per anziani con osteoporosi importante, sintomi di malassorbimento, freddolosità e grande debolezza generale.
  • Thuya occidentalis: utile nei soggetti sottoposti a frequenti terapie antibiotiche o corticosteroidee sistemiche. Si segnala come segno caratteristico l’aggravamento della dispnea e dell’espettorazione con l’umidità.