Ipertrofia prostatica benigna e omeopatia

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Omeopatia

L’ipertrofia prostatica è molto comune al di sopra dei 50 anni. Conosciuta anche come iperplasia prostatica benigna (IPB), può causare fastidiosi disturbi come il bisogno di urinare frequentemente (anche di notte), difficoltà nell’iniziare ad urinare, scarsa “potenza” del getto, difficoltà nello svuotare completamente la vescica. La prostata ipertrofica, infatti, comprime l’uretra e fa pressione sulla vescica, e ciò ostacola la minzione e genera i fastidiosi sintomi che caratterizzano questa patologia.

Una volta confermata tramite esami ematici e strumentali la natura benigna della malattia, potranno essere prescritti per periodi protratti rimedi fitoterapici, gemmoterapici e omeopatici, i quali rappresentano un’integrazione efficace nel trattamento dell’IPB. La loro efficacia verrà valutata via via dal paziente stesso (riduzione o scomparsa dei sintomi) e dal medico tramite i controlli periodici.

Ipertrofia prostatica benigna

I rimedi omeopatici a disposizione

Fra i medicinali omeopatici con azione locale sono segnalati (in ordine alfabetico):

  • Aloe socotrina: senso di peso perineale che accompagna i disturbi urinari; congestione pelvica con emorroidi i cui sintomi si accentuano con una concomitante prostatite. Posologia: 9 CH, 5 granuli due volte al dì.
  • Clematis erecta: in caso di uretrite con dolori durante e dopo la minzione (che risulta molto difficile).
    Posologia: 5 CH, 5 granuli due volte al dì.
  • Chimafila umbellata: la minzione viene effettuata con molte difficoltà, specie all’inizio, e può essere necessaria una posizione a gambe divaricate e busto flesso in avanti.  Vi può essere la sensazione da seduti di “sedere sopra una palla”.
    Posologia: 5 CH, 5 granuli due volte al dì.
  • Conium maculatum: l’ipertrofia prostatica si manifesta soprattutto con minzione difficile e getto intermittente, pollachiuria notturna e diurna. Il soggetto è rallentato sui versanti psichico e motorio.
    Posologia: 9 CH, 5 granuli, due volte al dì.
  • Pareira brava: si consiglia in caso di IPB associata a litiasi urinaria e cistite. La sintomatologia è più fastidiosa rispetto a Conium e Sabal: la pollachiuria è frequentissima, e la minzione difficile (possibile solo con flessione del tronco in avanti).
    Posologia: 9 CH, 5 granuli due-tre volte al dì; 6 DH, 20 gocce ogni quattro-sei ore e diradare in base al miglioramento (diluire in poca acqua e sorseggiare lentamente).
  • Rawolfia serpentina: ipertrofia prostatica con l’urina che cola goccia a goccia alla fine della minzione, in pazienti con perdita della libido e impotenza.
    Posologia: 9 CH, 5 granuli due volte al dì.
  • Sabal serrulata: viene prescritta quasi di routine, di preferenza in bassa diluizione (6 DH, 5 CH). Pollachiuria, nicturia, debolezza nella minzione con peso o dolore a livello perineale: «Completa i medicinali di fondo per la sclerosi e l’ipertrofia prostatica: Thuya, Baryta carbonica, Conium maculatum, ecc,» (Demarque, 1999).
    Posologia: 6 DH, 20 gocce due volte al giorno (diluire in poca acqua e sorseggiare lentamente).

I medicinali omeopatici di terreno

Fra i medicinali omeopatici di terreno (Thuya occidentalis, Baryta carbonica, Lycopodium, Silicea, Sulfur ecc.) Thuya occidentalis è il medicinale di prescrizione più frequente. Rappresenta, infatti, il medicinale dell’ipertrofia e della tendenza alle neoplasie (che potrebbero far parte della storia clinica del paziente prostatico). Sul versante psichico è caratteristica la nevrosi ossessiva con paura delle malattie, idee fisse (di corpo estraneo, di un tumore ecc.), inquietudine e iperemotività. La prostata è voluminosa e di consistenza morbida. Vi possono essere dolori acuti dopo la minzione e brividi durante (senza febbre). Sono frequenti le flogosi urinarie (cistiti, uretriti) spesso recidivanti. La modalità più tipica del medicinale è l’aggravamento con l’umidità.