La neonata Associazione Italiana di Medicina Probiotica, ItPROM, ha tenuto a Roma, il 25 e il 26 novembre, un simposio internazionale, con figure di spicco del settore provenienti da tutto il mondo, focalizzate sullo stato attuale della conoscenza del microbioma gastrointestinale, la sua rilevanza per la clinica nelle diverse discipline mediche e le opzioni terapeutiche con probiotici ad oggi disponibili

Nasce anche in Italia un’associazione dedicata allo studio del microbioma intestinale, l’Associazione Italiana di Medicina Probiotica (ItPROM). La neonata associazione ha tenuto, lo scorso 25-26 novembre, il suo primo simposio internazionale, a Roma. Una due giorni focalizzata sullo stato attuale della conoscenza del microbioma gastrointestinale, la sua rilevanza per la clinica in varie discipline mediche e opzioni terapeutiche con probiotici selettivamente scelti per le appropriate indicazioni.

Gli obiettivi di ItPROM

Obiettivo principale della neonata associazione è quello di incrementare la consapevolezza del ruolo cruciale dell’intestino, definito secondo cervello, e del microbioma per la salute. ItPROM si propone, inoltre, di incentivare la ricerca scientifica sul microbioma umano e sull’impiego di probiotici e prebiotici di rilevanza medica, ma soprattutto di rendere accessibili le nuove conoscenze agli addetti ai lavori interessati ai temi della ricerca, della prevenzione e delle terapie specifiche povere di effetti collaterali tramite eventi formativi di alto livello. Il tutto nello spirito di una medicina mirante a combattere le cause e non solo i sintomi delle malattie.

«La composizione e le molteplici funzioni del microbioma gastrointestinale esercitano un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute in generale e nella prevenzione delle malattie, non solo circoscritte agli organi dell’apparato digerente. Ci sono, infatti, opzioni terapeutiche rivolte alla cura di specifiche malattie attraverso la modulazione del microbioma gastrointestinale che riguardano lo stile di vita, fattori dietetici e una saggia scelta delle terapie probiotiche. Per far fronte a molte di queste domande e tenendo conto della continua evoluzione nel campo, abbiamo fondato l’Associazione Italiana di Medicina Probiotica (ItPROM) per lo studio e il continuo impegno educativo riguardante il microbioma e la terapia probiotica» ha spiegato il suo presidente, Peter Malfertheiner.

Lo scopo dell’associazione, che può contare su un gruppo di esperti di spicco, è quello di supportare studi sul microbioma gastrointestinale e sulle sue molteplici funzioni esercitate per il mantenimento della salute in generale e, in particolare, la sua modulazione per la prevenzione di malattie sistemiche e degli organi dell’apparato digerente; supportare studi clinici con probiotici e l’identificazione di nuove terapie per la modulazione benefica del microbioma gastrointestinale; organizzare congressi scientifici e seminari per la divulgazione delle conoscenze sul microbioma, sull’associazione del microbioma con malattie, sulla terapia con probiotici in particolare ed il continuo progresso scientifico nel settore.

La ricerca nel settore

Quando trent’anni fa Anita Frauwallner, fondatrice e attuale CEO dell’Istituto AllergoSan (promotore della nascita di ItPROM), decise di dedicarsi allo studio del microbioma, la strada le fu ostacolata da un muro di scetticismo. Ciononostante, supportata da un gruppo internazionale di ricercatori fondò l’Istituto AllergoSan con la conseguente nascita del marchio OMNi-BiOTiC®, linea di probiotici nell’area di lingua tedesca. «La nostra storia, iniziata trent’anni fa in una cittadina austriaca, incoraggia molti imprenditori dell’industria della salute all’ottimismo, poiché anche in un mercato così competitivo come il nostro è possibile raggiungere traguardi di livello internazionale mettendoci zelo, le idee giuste e soprattutto l’entusiasmo personale» ha dichiarato Anita Frauwallner.

I progressi degli ultimi 15 anni

Gli ultimi 15 anni di ricerca medica hanno visto l’avanzata inarrestabile della cosiddetta “‘rivoluzione del Microbiota”, con l’evidenza che molte malattie croniche non trasmissibili hanno origine nell’intestino, a partire dalla disbiosi e quindi attraverso la successiva compromissione della barriera difensiva intestinale e la comparsa di infiammazione di bassa entità.

«Correggere la disbiosi intestinale è pertanto un obiettivo importante, in qualche modo prioritario, della Medicina; tale obiettivo può essere perseguito con metodi e approcci diversi, dal cambio delle abitudini alimentari verso una dieta “sana” all’uso di pre e soprattutto probiotici, sino al trapianto fecale – ha spiegato Fabio Pace, direttore dell’Uoc di Gastroenterologia dell’Ospedale Bolognini di Seriate, che ha proseguito – L’uso di probiotici è sicuramente sempre più frequente e popolare, e le patologie in cui tale approccio risulta favorevole sono molteplici, dal diabete, all’obesità, alla sindrome dell’intestino irritabile, e via via in modo crescente in svariate aree della medicina, sino alla neuro-psichiatria».

Tuttavia, cosa esattamente succede al microbioma intestinale dopo l’ingestione di probiotici, non è completamente chiaro. La Medicina Probiotica sta facendo enormi progressi, ma il suo cammino è reso più complesso non solo dalla scoperta continua di nuovi ceppi probiotici, i cosiddetti next generation probiotics, ma anche dal numero limitato di trials clinici ben disegnati e indipendenti, che permettano di uscire dal pregiudizio, chiaramente errato, in base al quale “tutti i probiotici sono uguali”.