Meglio fare sport o dedicarsi a pratiche di rilassamento per scaricare la rabbia? Secondo una recente metanalisi, condotta da ricercatori della Ohio State University, negli Stati Uniti, e pubblicata su Clinical Psychology Review, non ci sarebbero dubbi: meglio lo yoga rispetto alla corsa o al pugilato.

In controtendenza

Indossare i guantoni e prendere a pugni un sacco di sabbia potrebbe non essere la soluzione giusta per buttare fuori, o meglio scaricare, tutta la rabbia che si ha in corpo.

Almeno stando alle ultime evidenze scientifiche che hanno tutte le credenziali per poter essere attendibili, visto che si riferiscono a una revisione di oltre 150 studi in materia con un totale che supera i 10 mila partecipanti.

Dopo un attento esame i ricercatori americani, autori di questo studio concluderebbero che per sfogare al meglio la rabbia, e ottenere auspicati esiti di benessere, è meglio dedicarsi – rivoluzionando le attuali credenze – ad attività di rilassamento. Sì, respirazione profonda, mindfulness, meditazione e yoga sarebbero ben più efficaci nel riportare a uno stato di calma di attività sportive di vario genere, quali pugilato, jogging, ma anche andare in bicicletta o nuotare.

La ragione? Le tecniche di rilassamento aiutano a ridurre l’eccitazione fisiologica che si lega alla rabbia, differentemente dallo sport nelle sue varie declinazioni che in qualche misura la fomenterebbero o comunque aumenterebbero lo stato di frustrazione.

Ciò non è un invito a non praticare attività sportiva, anzi: gli autori confermano che fa bene ad altro parametri e sistemi, ad esempio all’attività cardiaca e cardiovascolare, ma meglio evitarla quando c’è di mezzo la rabbia.

I risultati

Sono tutti a favore delle pratiche di rilassamento che avrebbero portato alla riduzione dell’eccitazione, quindi anche di rabbia e aggressività (g = −0,63, [−0,82, −0,43]) con esiti mantenuti men tempo e indipendentemente dalla persona.

Infatti, yoga&co. sembrano funzionare su etnie e diversi generi, età e culture differenti, ma anche su popolazioni variegate, dagli studenti ai lavoratori, da persone rispettabili a quelle meno, in individui con e senza disabilità intellettiva.

Inoltre, le attività che hanno indotto la riduzione dell’eccitazione si sono rivelate efficaci indipendentemente dal mezzo di erogazione: piattaforme digitali, terapisti, dalla tipologia di sessioni, di gruppo o individuali e del contesto, sul campo o in laboratorio. Al contrario, le attività di aumento dell’eccitazione erano complessivamente inefficaci (g = −0,02, [−0,13, 0,09]), eterogenee e complesse.

In conclusione

Alla rabbia è più opportuno rispondere con la calma. Meglio “abbassare il fuoco” impegnandosi in attività che diminuiscono l’eccitazione. Insomma il detto “Respira che ti passa” avrebbe la sua ragion d’essere e un fondo di verità.

Fonte

Kjærvik SL, Bushman BJ. A meta-analytic review of anger management activities that increase or decrease arousal: What fuels or douses rage? Clinical Psychology Review, 2024. Doi: https://doi.org/10.1016/j.cpr.2024.102414