Stomaco, esofago, fegato, colecisti, vie biliari, colon-retto, pancreas, cavo-orale. E poi ancora prostata, seno, ovaio, corpo dell’utero. Sono gli organi potenzialmente esposti a sviluppare un tumore, anche a causa di una cattiva alimentazione, senza contare le ben note implicazioni per obesità, sovrappeso, malattia del metabolismo, diabete e per estensione sindrome metabolica.

Vi è evidenza che “correggere” la dieta contribuirebbe alla prevenzione oncologica, a ridurre l’incidenza di patologie di varia natura, diminuendo anche i tassi mortalità, a contenere i costi assistenziali e del sistema. Modificare lo stile alimentare risparmierebbe, insomma, milioni di vita umane. In questa direzione stanno prendendo forma sempre più iniziative: campagne di sensibilizzazione, educazionali e azioni concrete che sfruttano l’elemento che è causa del problema: il cibo.

Uno studio americano della Friedman School of Nutrition Science and Policy presso la Tufts University di Boston (What is the cost-effectiveness of menu calorie labelling on reducing obesity-associated cancer burdens? An economic evaluation of a federal policy intervention among 235 million adults in the USA”), pubblicato sul BMJ Open, evidenza ad esempio che portare a conoscenza dell’utente l’introito di calorie correlate all’alimento consumato potrebbe favorire l’acquisizione di una dieta più sana.

Basta un’etichetta

Basterebbe una etichetta, posta sulla confezione del cibo o nei luoghi di ristorazione per consentire al consumatore una maggiore presa di consapevolezza, e quindi un cambio di passo, verso una dieta più buona in termini di salute, che significa per il sistema un enorme risparmio in costi sanitari, sociali e soprattutto umani. Lo sostiene uno studio americano che ha analizzato i risultati emersi a seguito delle legge nazionale del 2018 che ha imposto ai ristoranti e alle catene di fast food con 20 o più punti vendita sul territorio di apporre ai menu le etichette caloriche: tale iniziativa avrebbe consentito al consumatore di ridurre tra le 20 e le 60 calorie a ogni pasto.

La scelta non è stata casuale; in America, infatti, i pasti al ristorante costituiscono una su cinque calorie consumate dagli adulti statunitensi. Su questo principio ricercatori della Tufts University hanno avviato uno studio per valutare la relazione tra apporto calorico e incidenza di 13 tumori associati all’obesità tra gli adulti statunitensi nel corso della vita, sfruttando un modello integrato, tenuto conto di dati demografici, apporto calorico da ristoranti, statistiche sul cancro, modifiche dietetiche con variazione dell’indice di massa corporea (BMI), costi sanitari e politici. Fine ultimo: favorire il miglioramento della dieta tra la popolazione adulta.

I risultati

Sono delle stime naturalmente, ma le evidenze emerse dall’analisi dei dati farebbero supporre che l’aggiunta di etichette caloriche:

  • possa prevenire almeno 28.000 casi di tumori correlati all’obesità nella fascia di popolazione tra 20 e 65 anni;
  • possa evitare 16.700 decessi per causa oncologica e più precisamente 4.530 per cancro al fegato, 3.080 per tumore mammario in post-menopausa, 2.060 per l’endometrio, 1.980 per tumore del rene, 1.230 per il pancreas.
  • In relazione ai costi, si profilerebbe una riduzione della spesa di 2,8 miliardi di dollari, pari a 2,55 miliardi di euro, in costi sanitari e sociali.

Le conclusioni

I ricercatori, in relazione ai dati ottenuti stimano che tali guadagni potrebbero essere raddoppiati con ulteriori risposte dal settore della ristorazione, ad esempio sostituendo le voci di menu ad alto contenuto calorico con altre a basso contenuto calorico o riformulando le ricette.

E in Europa? Alcuni tentativi sono stati fatti introducendo sulle confezioni degli alimenti il semaforo nutrizionale che, similmente, intende portare il consumatore a scelte alimentari, consapevolmente, migliori in relazione alla bontà degli ingredienti contenuti nel prodotto identificato. Tale iniziativa, tuttavia, culturalmente e non solo, non ha trovato un adeguato riscontro.

Fonte:

  • Du M, Griecci CF, Cudhea F, Eom H, Wong JB, Wilde P, Kim DD, Michaud DS, Wang YC, Mozaffarian D, Zhang FF; Food-PRICE Project. What is the cost-effectiveness of menu calorie labelling on reducing obesity-associated cancer burdens? An economic evaluation of a federal policy intervention among 235 million adults in the USA. BMJ Open. 2023 Apr 18;13(4):e063614.