Promuovere una produzione alimentare sostenibile; favorire una distribuzione alimentare sostenibile; sviluppare tecnologie innovative per la produzione e il consumo di alimenti sostenibili; aumentare l’adesione a modelli alimentari più sostenibili; migliorare la qualità degli alimenti e delle diete; garantire la sicurezza alimentare per la popolazione generale e per specifici target vulnerabili. Questi i primi 6 obiettivi che la neonata Fondazione ONFOODS, formata da 26 diverse realtà già impegnate in ambito alimentare, tra Università e Centri di ricerca, società e cooperative nazionali, intende perseguire nei prossimi 36 mesi.
Per ognuno di questi obiettivi, esiste un ente di ricerca di riferimento.
- L’Università di Parma, che è anche capofila del progetto e della Fondazione stessa, è spoke per l’area “Global sustainability”: lavorerà quindi su sostenibilità socioeconomica e ambientale del food system, promuovendo per esempio la stagionalità e operando per ridurre le diseguaglianze sociali di accesso al cibo.
- Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è spoke per l’area “Smart and circular food system and distribution”, volta a promuovere economia circolare, riuso di scarti e avanzi, ma anche l’adozione di soluzioni smart e digitali per innovare la distribuzione del cibo.
- L’Università degli Studi di Bari Aldo Moro è spoke per “Food safety of traditional and novel foods” e cercherà nuovi sistemi di controllo della filiera alimentare per promuovere la sicurezza dei cibi, che siano tradizionali o innovativi.
- L’Università degli Studi di Milano, invece, è spoke per “Food quality and nutrition” e lavorerà per migliorare la qualità dei prodotti e dei modelli alimentari proposti, anche in ottica di nutrizione personalizzata.
- L’Università Federico II di Napoli detiene lo spoke per “Lifelong nutrition” e intende sviluppare una mappatura dello stato nutrizionale della popolazione, promuovendo nel contempo i principi della dieta mediterranea.
- L’Università degli Studi di Pavia è spoke per “Tackling malnutrition” e si impegna per trovare modo di assicurare un’alimentazione adeguata anche a chi vive in condizioni di estrema fragilità.
- L’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, è spoke per “Policy, behaviour and education”, che ha il compito di sviluppare modelli e strumenti in grado di osservare, analizzare e predire i comportamenti di consumatori e aziende produttive, promuovendo percorsi educativi ad hoc per supportare un corretto consumo degli alimenti.
Gli obiettivi sono quindi alti, in linea con quelli dell’Agenda 2030. ONFOODS rientra tra i partenariati previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e riceverà un finanziamento di 114,5 milioni di euro. Obiettivo finale, implementare un nuovo modello di alimentazione sostenibile che sia contemporaneamente capace di migliorare lo stato di salute della popolazione e del Pianeta Terra. Un modello che impatti anche sul modo di produrre cibo, innovandolo.
Ecco perché ONFOODS riunisce sotto uno stesso ombrello competenze multidisciplinari tra loro sinergiche. Oltre alle Università già citate e al CNR, fanno parte di ONFOOD anche 7 aziende private, altre Università non spoke e Centri di ricerca, in particolare Politecnico di Milano, Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Catania, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università di Pisa, Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Fondazione Edmund Mach, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, Libera Università di Bolzano, Università Cattolica del Sacro Cuore. La prima verifica dell’andamento dei lavori verrà fatta, probabilmente, nell’estate 2023.