Ci vuole “ritmo” anche nell’assunzione dei pasti se l’intento è proteggere la salute cardiovascolare. Un recente studio di ricercatori francesi e spagnoli sembra evidenziare che spostare in avanti le lancette dell’orario di assunzione della prima colazione e della cena, possa aumentare il rischio che il cuore incappi in patologie cerebrovascolari, anche importanti: tra queste l’ictus.

Lo studio, che farebbe chiarezza su alcuni aspetti ancora poco approfonditi in letteratura, è stato pubblicato su Nature Communications.

La tabella di marcia alimentare

Serve metodicità in tutte le cose, anche quelle di vita quotidiana e nelle abitudini vitali, come l’alimentazione. Consumare soprattutto il primo pasto e l’ultimo della giornata agli orari canonici, senza posticiparli anche di poco rispetto all’abituale tabella di marcia, non saltare come da raccomandazione “protocollare” la colazione, quest’ultima considerata infatti il pasto più importante della giornata e allungare il tempo del digiuno notturno, potrebbe essere una strategia funzionale alla prevenzione (del rischio) di malattie cardiovascolari.

Gli effetti positivi sul cuore non si associano, naturalmente, a una abitudine una tantum, ma solo se questa diviene stile di vita. Evidenze scientifiche sembrerebbero dimostrare infatti che l’assunzione ciclica degli alimenti, alternata a periodi di digiuno, sincronizza i ritmi circadiani dei diversi organi del corpo, influenzando così le funzioni cardiometaboliche, tra cui la regolazione della pressione sanguigna.

È quella che gli esperti definiscono la crononutrizione: un interessante ambito di ricerca che sta mettendo in luce un link tra il cibo, l’orario di assunzione dei pasti, dunque l’intervallo fra uno e l’altro, i ritmi circadiani e la salute, del cuore nello specifico e dell’organismo in generale.

Tutto sembrerebbe dimostrare una “connessione” tra tempo, più o meno prolungato del digiuno quotidiano, e le malattie cardiovascolari (CVD). A dimostrazione di ciò uno studio franco-spagnolo.

La ricerca

Si basa su dati riferiti a oltre 103.300 partecipanti alla coorte NutriNet-Santé nel quale l’orario dei pasti e il numero di occasioni sono stati stimati da registrazioni dietetiche ripetute nelle 24 ore, al fine di stabilire una possibile associazione tra modelli di assunzione di cibo e malattie cardiovascolari.

Per ridurre il rischio di possibili bias, i ricercatori tenuto conto di eventuali fattori confondenti: sociodemografici, età, sesso, situazione familiare, qualità della dieta, stile di vita e ciclo del sonno.  

Questa “schematizzazione” ha consentito di stabilire una stretta relazione tra le due variabili: orario dei pasti e CVD. Infatti durante un tempo mediano di follow-up di 7,2 anni e 699.547 anni-persona, è stato possibile rilevare 2.036 casi incidenti di CVD: più precisamente 988 casi di malattie cerebrovascolari (253 casi di ictus e 765 di attacco ischemico transitorio), 1.071 casi di malattie coronariche (162 casi di infarto miocardico, 428 di angioplastica, 89 di sindrome coronarica acuta e 428 di angina pectoris). Cosa ha impattato sul loro sviluppo? Potenzialmente e probabilmente anche il tempo.

Il fattore tempo

L’analisi e le rilevazioni effettuate definirebbero che per ogni ora di ritardo sull’orario del primo pasto della giornata si associ a un rischio più elevato di CVD complessivo (HR = 1,06, IC 95% 1,01–1,12, valore P = 0,02), pari in media la 6% in più.

In buona sostanza posticipare la prima colazione anche di una sola ora, ad esempio consumare la colazione dopo le 9:00 rispetto a prima delle 8:00, e ritardare la cena sempre alle 21:00 rispetto alle canoniche 20:00, aumenterebbe l’esposizione e eventi cardiovascolari.

Un dato su tutti: 28% di rischio in più per malattie cerebrovascolari e tra queste l’ictus, ad appannaggio soprattutto tra le donne, probabilmente dovuta a dimorfismi di genere nell’anatomia e nella fisiologia del sistema circadiano.

I dati, in buona sostanza, sembrano suggerire che l’adozione di schemi alimentari anticipati abbinati a un periodo di digiuno notturno più lungo, cioè con un ultimo pasto anticipato, piuttosto che saltare la colazione, possano agire in prevenzione contro il rischio per malattie cardiovascolari.

Sviluppi futuri

Sebbene le evidenze sono su numeri sufficientemente grandi, i dati attualmente ottenuti dovranno essere ampliati e replicati, per una veridicità scientifica, ad altre coorti e con studi di diversa progettazione.

Fonte

Palomar-Cros A, Andreeva VA, Fezeu LK et al. Dietary circadian rhythms and cardiovascular disease risk in the prospective NutriNet-Santé cohort. Nature Communications 2023, 4, Article number: 7899 Doi: 10.1038/s41467-023-43444