Il diabete è una patologia metabolica che, nel tempo, lede la qualità dei vasi sanguigni e, di conseguenza, anche una serie di organi, tra cui occhi e reni. Non solo, questa patologia si associa anche a neuropatia e a vasculopatia periferica. La prima comporta una progressiva perdita di sensibilità; la seconda un peggiore apporto di nutrienti e ossigeno alla periferia e una peggiore pulizia. Traducendo, un soggetto diabetico non sente dolore se si ferisce un piede e, al tempo stesso, le sue lesioni guariscono con difficoltà. Conseguenza estrema di questa condizione è lo sviluppo di lesioni importanti e necrosi che possono richiedere l’amputazione.
Per evitare di arrivare a questo punto, il paziente diabetico deve essere seguito anche da un esperto in piede diabetico e imparare a prendersi cura delle proprie estremità, così da ridurre i rischi di lesione. Utile anche l’uso di scarpe adeguate all’evoluzione del piede che, nel tempo, tende a deformarsi.
Il supporto della nutrizione
Un recente studio della School of Health Sciences del College of Health, Medicine and Wellbeing dell’University of Newcastle, in Australia, pubblicato sul Journal of Human Nutrition and Dietetics, suggerisce che carenze in folati potrebbero avere, in questi pazienti, un impatto negativo sulla guarigione delle lesioni. Secondo gli autori, nel team che si prende cura di un paziente diabetico dovrebbe esserci anche il nutrizionista, non solo per valutare l’apporto glucidico della dieta, ma anche l’intake di macro e micronutrienti, alla ricerca di eventuali carenze da colmare. Il tutto con una certa cadenza regolare. Altri elementi da tenere sott’occhio sarebbero zinco, selenio, proteine, ma anche vitamina D e C, tutti riconosciuti per essere importanti nel processo di guarigione di una ferita.
Gli autori hanno quindi coinvolto 115 pazienti con diabete di tipo 1 e 2 in uno studio trasversale, valutandone l’intake alimentare tramite un questionario validato, l’Australian Eating Survey. Il presupposto è che, normalmente, questo aspetto non viene considerato dai medici che seguono i pazienti diabetici, almeno in Australia. Lo studio rivela che l’assunzione di micro e macronutrienti nel campione è tendenzialmente adeguato alle esigenze del corpo, tranne che per il folato, indicato appunto come possibile nutriente da integrare dall’esterno, e per le proteine, assunte in dose di 104 (±SD 49) g/giorno, sufficiente per la produzione di energia, ma non per il supporto alla guarigione di una ferita. È chiaro che laddove esiste una lesione il corpo deve attivare una rigenerazione, con ricostruzione di epidermide e non solo: senza i mattoni necessari, questo processo subisce delle limitazioni.
Fonte:
- Collins R, Burrows T, Donnelly H, Tehan PE. “Macronutrient and micronutrient intake of individuals with diabetic foot ulceration: A short report”. J Hum Nutr Diet. 2021 Dec 11. doi: 10.1111/jhn.12974. Epub ahead of print. PMID: 34894370.