Poche donne al vertice in sanità. Corsi di formazione e iniziative per fare carriera

490
Donna sanità

Preparate, con comprovata expertise, ma donne. È quest’ultimo il “limite” che ostacola, ancora oggi, la carriera e l’affermazione delle professioniste in posizioni apicali. Sebbene la considerazione sia generalizzata, la si coglie soprattutto in alcuni settori lavorativi: le discipline scientifico-tecnologiche ne sono un esempio.

In Italia la presenza femminile in ambito sanitario è in costante aumento: un medico su due è donna, tuttavia poche arrivano in alto. Una su tre, secondo i dati del rapporto Oasi 2019 del Cergas Bocconi, ricopre ruoli al vertice in sanità in qualità di direttore di unità operativa o direttore generale.

Donna sanità

Cosa penalizza la donna nella sua scalata al vertice? Retaggi di ordine culturale e sociale, difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare, limiti nell’accesso a network di influenza, mancanza di modelli femminili di riferimento. È quanto emerso da un recente dibattito organizzato dall’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazione con Regione Lombardia e con il contributo incondizionato di Novo Nordisk, che è stato anche occasione per presentare un corso di alta formazione in territorio lombardo, dedicato a specialiste diabetologhe, il progetto pilota “Wonder Woman” (2020) e il progetto formativo “Ipazia: agorà donna” (2021).

Il corso di alta formazione è un percorso di empowerment alla consapevolezza del proprio potenziale investito nella gestione della carriera professionale all’interno delle strutture sanitarie, e alla rottura del glass ceiling, ostacolo all’ascesa verticale delle donne nella sanità pubblica e privata.

Il progetto si articola in due moduli: un primo livello formativo (upgrade accademico per le professioniste del progetto pilota lombardo finalizzato alla costruzione di gruppo di esperte dedite al coordinamento della rete nazionale) e un secondo livello formativo accademico nazionale di 1° livello, con corsi suddivisi per macroaree geografiche e soft skills (career management skills, negoziazione e gestione dei conflitti, management in sanità, competenze strategiche, empowerment e crescita dell’autostima, strumenti per influenzare attivamente il proprio percorso professionale, change management, capacità di cogliere opportunità di apprendimento per uscire dalla propria zona di comfort).

Oltre alla formazione, sono due le finalità del corso: avviare interlocuzioni e tavoli tecnici con le istituzioni in tema di cultura, politiche sociali e lavorative e aprire il confronto tra figure con ruoli differenti per creare una rete professionale al femminile dedita alla promozione e ideazione di progetti di ricerca e alla strutturazione di modelli di comportamento organizzativo e organizzativi.

Obiettivi che sono supportati anche dal progetto “Ipazia: agorà donna”: ideato da Annalisa Giancaterini, Dirigente Medico presso la U.O.S.D. Malattie Endocrine, del Ricambio e della Nutrizione ASST Brianza, intende ridurre lo svantaggio accumulato negli anni dalle donne per ragioni di varia natura, a ricoprire ruoli apicali o adeguati al livello delle proprie competenze.