Spazio e longevità: investigare i segreti dell’invecchiamento

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Un fil rouge unisce longevità e spazio: «Nello spazio – dichiara il Colonnello Walter Villadei – gli astronauti invecchiamo rapidamente: l’organismo umano non si è evoluto per vivere in condizioni di microgravità, a cui tuttavia risponde con un pronto adattamento. I fluidi si ridistribuiscono, i muscoli di indeboliscono, il sistema muscolo-scheletrico si infragilisce: un fenomeno che normalmente è quasi completamente reversibile, in funzione dell’età dell’astronauta, del livello di allenamento con cui si appronta lo spazio, dal protocollo di recupero previsto a terra al rientro dalla missione. Lo spazio, rispetto al tema della longevità, costituisce dunque un laboratorio naturale in scala 1:1 in cui studiare specifici comportamenti che non sono riproducibili a terra se non per brevi secondi nel corso di voli parabolici o suborbitali».

Per minimizzare gli effetti indotti dallo spazio sull’organismo servono un’ottima preparazione, anche dal punto di vista fisico, propedeutica alla permanenza in condizioni di microgravità e un costante allenamento n volo. Tuttavia non sempre sufficienti come nel caso di esposizione a condizioni estreme: voli a 400 mila km, in presenza di elevatissime radiazioni o voli verso Marte, richiedendo lo studio di nuove strategie che potranno essere applicate anche allo studio delle longevità.

La missione del Colonnello è partita anche con questo obiettivo: svolgere esperimenti atti a indagare le modalità di aggregazione di alcune proteina alla base di malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson o studiare la fertilità in ambito di microgravità su cellule follicolari da campioni di animali. Ancora si sa poco o non a sufficienza: «Mancano conoscenze su quanto può realmente accadere nello spazio – prosegue Villadei – ed è il motivo per cui alcuni colleghi della nostra missione resteranno nello spazio per un anno: occorre investigare l’ambiente fuori dalla magnetosfere terrestre per conoscere l’impatto indotto dalle radiazioni cosmiche su DNA e sulle strutture cellulari, come combatterli e ridurne le conseguenze. Ad oggi è mancata la capacità di mappare gli aspetti cruciali su cui sviluppare filoni di ricerca: opportunità che stiamo cercando di strutturare come sistema Paese attraverso il Post International Space Station, una straordinaria infrastruttura che ha mantenuto funzioni di laboratorio da circa l30 anni e che verrà sostituita da nuove infrastrutture realizzate anche con il contributo di privati. È necessario identificare adesso le esigenze del nostro Paese e della ricerca scientifica al fine di potere dare risposte concrete ai vari quesiti una volta che l’infrastruttura sarà operativa». L’interazione fra comunità scientifica e il mondo dell’industriale potrà dare un impatto importante all’accelerazione della ricerca.