Potenziare l’efficacia terapeutica con attività fisica e trattamenti integrati come agopuntura, yoga, mindfulness. È il messaggio-raccomandazione forte, in occasione di Ottobre Rosa, mese dedicato alla prevenzione del tumore del seno, rivolto da medici e associazione pazienti alle donne colpite da malattia.

Solo in Italia 55 mila donne ricevono ogni anno una nuova diagnosi di tumore, oltre 830 mila convivono con la malattia, di cui 37 mila in stadio avanzato e/o metastatico. Come, quali attività e con quale modalità praticare queste terapie di supporto? Oncowellness è una piattaforma digitale, in grado di rispondere a quesiti scientifici, pratici e di vita quotidiana del paziente oncologico e a fare corretta (in)formazione. Il progetto è promosso da Pfizer e da una coalition di professionisti con differenti expertise in ambito oncologico, da trainer certificati e da diverse associazioni: AIL (Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma), Europa Donna Italia, IncontraDonna Onlus, Susan G. Komen Italia, PaLiNUro (Pazienti Liberi da Neoplasie Uroteliali) e WALCE – Women Against Lung Cancer Europe.

L’attività fisica

I suoi benefici nella prevenzione e nel percorso di cura nel paziente oncologico, nello specifico nel tumore del seno, sono dimostrati da numerosi studi e ricerche. Univoche le evidenze: il regolare esercizio è associato a una minore insorgenza della malattia e a sopportare durante l’iter terapeutico. «L’attività fisica – spiega Michelino De Laurentiis, Direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia Medica Senologica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli – non va intesa solo come un rimedio complementare, bensì costituisce un elemento fondamentale nella prevenzione e nel percorso di cura integrato delle pazienti con tumore del seno.

Vi è evidenza che fare attività fisica riduce il rischio di insorgenza di malattia, che praticarla durante le terapie attenua gli effetti collaterali e nel post malattia ridurre presumibilmente le probabilità di recidiva con effetti di efficacia simili a quella della chemioterapia: ovvero almeno il 25% di rischio in meno di ricaduta e fino al 40% del rischio di morte. Tali dati depongono per un ruolo nettamente predominante dell’attività fisica rispetto ad altri rimedi di supporto ai più tradizionali trattamenti».

Sono raccomandate attività aerobiche come la camminata veloce, esercizi di stretching e di mobilità articolare insieme a quelli per l’incremento della forza, eseguiti sempre sotto il controllo dello specialista, a favore dell’aumento della resistenza, della forza fisica e, a livello psico-emotivo, di una generale sensazione di benessere e migliore autostima: un pool di fattori in grado di contrastare alcuni degli effetti collaterali associati al tumore e ai trattamenti.

Attività fisica e riabilitazione

La loro azione è spesso sinergica nel percorso di curabilità della malattia; la riabilitazione si inserisce, infatti, quando i danni indotti dagli esiti chirurgici e/o dai trattamenti vanno ad impattare sul benessere, sulla funzionalità e sull’autonomia della persona. «Al termine di un percorso riabilitativo – aggiunge Isabella Springhetti, Direttore Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica, Sezioni Neuromotoria e Oncologica, ICS Maugeri Spa Società Benefit, Pavia – l’attività fisica aiuta a consolidare i risultati, mantenendoli nel tempo. Nelle donne operate al seno supporta l’apparato osseo, muscolare e gli organi riproduttivi e riduce gli effetti della menopausa farmaco-indotta. Nei periodi liberi da malattia contribuisce a mantenere l’efficienza dell’organismo e a tenere sotto controllo la sindrome da fatica cronica».

Le terapie integrate

Yoga, agopuntura, tecniche di rilassamento come la mindfulness, la musicoterapia, tecniche di stress relieving sono alcune attività che ben si inseriscono in un approccio integrato alla patologia mammaria. «I nostri programmi di cura – dichiara Riccardo Masetti, Presidente Susan G. Komen Italia, Direttore Centro Integrato di Senologia, Policlinico A. Gemelli IRCCS Università Cattolica di Roma – offrono alla paziente l’opportunità di accedere all’agopuntura che aiuta a limitare gli effetti collaterali delle terapie ormonali o ad altri strumenti come la mindfulness, la musicoterapia, l’arte terapia, la scrittura creativa, che supportano il benessere psico-fisico, come anche a programmi di attività fisica e nutrizione per ridurre sovrappeso e obesità che costituiscono fattori di rischio per una recidiva insieme a tutta una serie di interventi finalizzati a questo scopo».

Un’offerta ancora di pochi centri

Ad oggi in Italia sono solo 3 le Regioni che prevedono e offrono alle donne con tumore del seno programmi strutturati con approcci integrati. «Il Lazio – fa sapere Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia – include nei vari setting del percorso riabilitativo, la possibilità di una medicina complementare ed integrata, ad esempio con agopuntura e meditazione; l’Emilia-Romagna nel suo PDTA mammella, considera fra gli approcci l’agopuntura per fornire la possibilità di essere in equilibrio e infine la Toscana che è stata una delle prime Regioni nel 2021 a regolamentare l’attività fisica. È importante per la paziente individuare all’interno delle Regioni, le Breast Unit che hanno il servizio di terapie integrate».

Dunque, supportate da specialisti oncologi che diano il benestare allo svolgimento di determinate attività e da trainer specializzati per mettere a punto una attività personalizzata sulla paziente e sul raggiungimento dei migliori benefici: «Le attività devono essere misurate con dei test di entrata e di uscita – conclude Adriana Bonifacino, Presidente IncontraDonna Onlus – finalizzati a ridurre gli effetti collaterali e a ottenere i benefici validati da un punto di vista scientifico».