La Calotropis gigantea è una pianta appartenente alla famiglia delle Apocinacee da sempre utilizzata come rimedio contro una serie di patologie infiammatorie da medici tradizionali asiatici e africani. Tante le parti utilizzate, ognuna associata a particolari proprietà curative. Da sola e in associazione con altre erbe, la C. gigantea rientra, per esempio, nel trattamento di infiammazione intestinale, artrite reumatoide, gotta e lebbra. Un recente studio in vitro indiano, condotto in collaborazione con un ente tailandese, ha valutato le reali proprietà antinfiammatorie e antiossidanti delle foglie di questa pianta. Tre i tipi di estratto presi in considerazione: in metanolo, in petrolio e in acqua. Gli estratti così ottenuti sono stati analizzati per individuare i fitocostituenti, che sono principalmente alcaloidi, flavonoidi, terpenoidi e fenoli. Gli autori si sono accorti che le quantità di principi attivi dipendono dal tipo di solvente utilizzato e dal processo di estrazione, che viene influenzato dal calore, per esempio. Sembra che il metanolo consenta di ottenere un estratto più ricco. Gli autori hanno valutato le proprietà antiossidanti di questi estratti mettendoli a contatto con ossido nitrico e con altri due esperimenti, uno utilizzando il radicale DPPH e l’altro applicando la tecnica Fluorescence recovery after photobleaching (FRAP). Inoltre, sono stati utilizzati i saggi di denaturazione proteica e inibizione delle proteasi per valutare la capacità degli estratti di proteggere i tessuti.

Come anticipato, l’estratto di foglie più attivo come antiossidante e antinfiammatorio è quello in metanolo. Lo studio è in vitro e dimostra solo che la C. gigantea ha effettivamente proprietà curative. Servono ulteriori studi per valutarne l’applicazione in uomo. Pubblicato su “Journal of Ethnopharmacology”, il lavoro ha visto collaborare varie realtà indiane: il Dipartimento di Biotecnologie del College of Science and Humanities SRM Institute of Science and Technology di Kattankulathur, l’ICRM- National Institute of Nutrition, il Madras Veterinary College, il Center for Transdisciplinary Research dello Saveetha Institute of Medical and Technical Sciences della Saveetha University. Tra i partecipanti c’è anche, come accennato, un ente tailandese, nello specifico la Chulalongkorn University. L’infiammazione è un processo messo in atto dal corpo umano per individuare ed eliminare l’agente nocivo che sta provocando danno, che sia un microrganismo, una lesione, un veleno e così via. Se il sistema immunitario non riesce a eliminare il problema, però, si possono instaurare dei processi vizioni che cronicizzano lo stato infiammatorio della parte. Non a caso, l’infiammazione è uno dei possibili fattori eziologici delle malattie croniche. Gli antinfiammatori chimici hanno lo svantaggio di mettere in carico fegato e reni: un loro uso prolungato può quindi determinare effetti collaterali anche gravi. Cercare molecole naturali è quindi importante per dare ai clinici maggiori opzioni terapeutiche: di solito queste molecole sono più biosimilari e si associano a meno eventi avversi.

Studio: Sivapalan S, Dharmalingam S, Venkatesan V, Angappan M, Veeramuthu A. Phytochemical analysis, anti-inflammatory, antioxidant activity of Calotropis gigantea and its therapeutic applications. J Ethnopharmacol. 2022 Nov 25:115963. doi: 10.1016/j.jep.2022.115963. Epub ahead of print. PMID: 36442758.