Vaccinazione anti-Covid in gravidanza

1117

La profilassi è stata raccomandata anche a questa categoria, nonostante le gestanti non abbiano preso parte ai trial clinici. Il parere della specialista in Ginecologia e Ostetricia Monica Perotti

Anche se le donne in gravidanza non sono state incluse nei trial clinici di valutazione dei vaccini contro Covid-19 e senza disporre di evidenze conclusive circa il loro profilo di sicurezza, una circolare del Ministero della Salute ha raccomandato la vaccinazione, con vaccini a mRna, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre (e così per le donne che allattano, senza necessità di sospenderla). Relativamente al primo trimestre, suggerisce, la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo la valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento (ginecologo o medico di base). Nel primo trimestre – ha ricordato Giorgio Palù presidente di Aifa – studi osservazioni indicano possibili danni al sistema neurologico del neonato.

«Ci troviamo di fronte a vaccini-farmaco di cui non sappiamo nulla e non sappiamo quale sia la loro evoluzione – fa notare Monica Perotti, medico-chirurgo, specialista in Ginecologia e Ostetricia – Sugli effetti teratogeni (e parliamo del primo trimestre di gravidanza) ci abbiamo messo vent’anni a capirli (si prenda il caso Talidomide), anche se sono i più semplici da correlare, ma il problema grosso lo abbiamo con gli effetti feto-tossici, con un farmaco assunto nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Lì occorrono decenni per trovare una correlazione. Il timore maggiore è poi l’evoluzione del nascituro, i dati di chi fa il vaccino antinfluenzale, per esempio, dicono che i bambini nati hanno poi più ricoveri e infezioni nel primo anno e anche urgenti ospedalizzazioni. Vaccinare una donna in gravidanza può avere senso se ha fattori di rischio (età avanzata per esempio, ipertensione, precedenti di diabete) per cui si possono fare ragionamenti ad personam e questo vale anche al di fuori della gravidanza. Così stiamo correndo dei rischi. Siamo arrivati a una nascita su 77 con diagnosi di autismo, quando eravamo fino a qualche anno fa 1 su 250, un aumento ogni anno del 30%. In America, sono 1 su 54 e tra qualche anno si calcola che sarà 1 su 6».

Covid e gestazione

Monica Perotti, medico-chirurgo, specialista in Ginecologia e Ostetricia

L’improvvisa accelerazione, dopo una fase di cautela, sarebbe dovuta a una maggiore morbosità materna e perinatale associata soprattutto alla circolazione della variante Delta. «È stato preso come riferimento lo Studio Intercovid, eseguito in 18 Paesi, tra cui l’Italia – ha proseguito Perotti – Secondo questa ricerca, che ha preso in considerazione circa 700 donne, ci sarebbe un aumento di 22 volte (1,6 su mille vs 0,1 su mille) del rischio di mortalità per Covid nelle donne in gravidanza, rispetto a una donna non in gravidanza. Andando a leggere tutti i lavori internazionali pubblicati, però, nessuno coincide. Secondo lo studio Zambrano, realizzato negli Usa su 22mila donne in gravidanza, per esempio, il rapporto è assai ridotto (1,5 su mille donne infette gravide rispetto a 1,2 su mille donne infette non gravide). Guardando bene ai decessi, si è scoperto poi che erano soprattutto donne afro-americane e, nello specifico, ispaniche, che non hanno avuto nessuna assistenza sanitaria. Con questo ricalcolo, la mortalità nelle donne bianche gravide si riduceva allo 0,5 per mille, paradossalmente un numero inferiore rispetto alle non gravide bianche, che erano 0,7 per mille. Nessuno nega che una minoranza di donne gravide possa essere danneggiata da Covid-19, in qualche caso in modo serio e in una percentuale probabilmente maggiore di una donna non gravida e per motivi fisiologici legati allo stato gravidico. Quanto questo numero sia maggiore non si riesce a comprendere per ora. Risulta evidente che il numero di ricoveri non sempre è giustificato dalla reale gravità della malattia, ma comprensibilmente da precauzione medica».

 

Occorre valutare con attenzione

Secondo alcuni studi epidemiologici, occorre vaccinare circa 80mila (102mila se vaccinate con AstraZeneca o Janssen) in gravidanza per salvarne una dalla morte. Tutto questo va bilanciato con gli effetti collaterali. «Un rapporto americano parla di manifestazioni sistemiche (eventi avversi valutati solo nella prima settimana, senza valutare cosa succede dopo), come mialgie gravi, circa il 10%, soprattutto dopo la seconda dose e in particolare se la donna aveva già avuto l’infezione, magari asintomatica. Poi vomito grave, dolore articolare grave, nausea, mal di testa, affaticamento quasi il 15%, diarrea, dolore addominale, eruzioni cutanee. Dovremmo avere più cura e attenzione nel proporre la vaccinazione in gravidanza e meno fretta a estenderla globalmente a tutte le gravide, ricordando che solo ultimamente, e dopo 40 anni di utilizzo, ci siamo accorti che l’acido valproico, il propiltiouracile, i beta-bloccanti e, vi sono state anche recenti segnalazioni, il paracetamolo hanno mostrato effetti fetotossici. Dovremmo appellarci sempre al principio della prudenza e del Primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare».

Gli effetti sulle giovani donne

A livello generale, sono stati segnalati ritardi delle mestruazioni e aumento del rischio trombotico in ragazze che assumevano la pillola. Nel Regno Unito più di 35mila donne dopo la vaccinazione anti-Covid hanno segnalato cambiamenti nel ciclo mestruale al programma di sorveglianza dell’Agenzia del farmaco Mhra per le reazioni avverse ai farmaci. «Aborti spontanei non ne ho visti e anche in letteratura non c’è molto – conclude Monica Perotti – Ho visto molte orchiti in ragazzi giovani a seguito del vaccino. Uno è anche finito in ospedale. Quello che più mi ha impressionato, oltre al rischio trombotico, sono gli effetti neurologici, nevralgie del trigemino, improvvise ricomparse di Herpes Zoster, poi orticarie, molte forme gastrointestinali, diarrea con forti dolori. Un paio di casi di pazienti hanno perso il campo visivo in modo permanente».

Bibliografia:

  • Villar J et al. “ Maternal and Neonatal Morbidity and Mortality Among Pregnant Women With and Without COVID-19 Infection: The INTERCOVID Multinational Cohort Study”. JAMA Pediatr. 2021 Aug 1;175(8):817-826. doi: 10.1001/jamapediatrics.2021.1050. PMID: 33885740; PMCID: PMC8063132.
  • Zambrano LD et al. “CDC COVID-19 Response Pregnancy and Infant Linked Outcomes Team. Update: Characteristics of Symptomatic Women of Reproductive Age with Laboratory-Confirmed SARS-CoV-2 Infection by Pregnancy Status” – United States, January 22-October 3, 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2020 Nov 6;69(44):1641-1647. doi: 10.15585/mmwr.mm6944e3. PMID: 33151921; PMCID: PMC7643892.