In un mondo sempre più vecchio, non si può distogliere lo sguardo dal problema “cadute”: un fenomeno che riguarda milioni di persone over 60 in tutto il mondo. Stando a dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno si verificherebbero ben 37,3 milioni di cadute abbastanza gravi da mettere a rischio la struttura ossea dei soggetti coinvolti.

Va da sé che più l’apparato scheletrico di un individuo è impoverito di calcio e maggiore sarà la probabilità che una caduta, anche lieve, provochi una frattura da fragilità. L’azione principale da compiere è dunque quella di prevenire le cadute, individuando innanzitutto i fattori di rischio. Per esempio, un corpo debole è più portato a cadere di uno in forze. Anche le difficoltà del passo e nel mantenere l’equilibrio possono incidere sul rischio di caduta. Altri fattori chiave sono il consumo di medicine, come sedativi, tranquillizzanti e antidepressivi, che possono far addormentare il soggetto, e i problemi di vista. Infine, contano anche lo stato dei piedi, il tipo di calzature che si utilizza e l’organizzazione degli spazi a casa, che devono essere privi di ostacoli e pericoli.

Nei Paesi più attenti a questo discorso esistono centri specializzati che, oltre a fare una valutazione dell’anziano, ne visionano anche gli spazi abitativi e usuali per eliminare possibili situazioni di rischio. In questi centri, inoltre, si tende a prescrivere la Vitamina D come integratore in grado di rinforzare le ossa, riducendo il rischio di fratture da caduta. Secondo vari esperti, inoltre, questa vitamina saprebbe anche rinforzare i muscoli, migliorarne l’efficacia e influire positivamente sull’equilibrio.

Vitamina D, i dati italiani

«In Italia si stimano ogni anno 560mila fratture nella popolazione ultrasessantacinquenne – spiega Maria Luisa Brandi, Presidente Fondazione FIRMO per le Malattie delle Ossa, illustrando la situazione italiana – Di queste noi trattiamo farmacologicamente una percentuale che va dal 20 al 30%. Di questi soggetti in trattamento, il 50% sospende la terapia dopo 6 mesi. Il clinico sa che i farmaci anti-fratturativi sono in grado di prevenire la seconda frattura sino al 70% delle popolazione in oggetto», ma evidentemente qualcosa nel sistema non funziona.

Certo, i farmaci anti-fratturativi non sono solo la vitamina D, ma questa può senza dubbio aiutare. Tant’è che anche la Commissione Europea ha stabilito di aggiungere alla descrizione della vitamina D il claim “riduce il rischio di cadute associate a instabilità muscolare e debolezza muscolare”. Ovviamente, solo alcuni integratori possono utilizzare questo claim: quelli che contengono minimo 15 μg per porzione giornaliera. L’effetto benefico di questa vitamina si ottiene, infatti, con un intake di almeno 20 μg al giorno, compreso quello alimentare. Si ricorda che la vitamina D è naturalmente contenuta in alcuni tipi di pesce (salmone, sgombro, aringhe e sardine, tonno, pesce spada), nell’olio di fegato di merluzzo, nei tuorli dell’uovo, nel latte di mucca e nei funghi.