Lo zinco è un minerale considerato essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario, insieme a ferro, rame, selenio e alle vitamine D, A, C, B6, B12 e al folato. Un’evidenza accettata anche dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Inoltre questo minerale è stato da più parti indicato come utile nella prevenzione e trattamento del Covid-19, in particolare grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e al suo ruolo nel sostenere il corretto funzionamento cerebrale.
Sappiamo, infatti, che la malattia da Covid-19, partendo come infezione delle vie respiratorie, ha poi la capacità di indurre in alcuni soggetti una forte risposta infiammatoria e di attivare dei processi di autoimmunità che possono ledere vari distretti corporei, compreso il cervello. Qui il virus SARS-CoV-2 può arrivare anche direttamente, passando dai nervi olfattivi. Non a caso, molti pazienti guariti dal Covid-19 hanno avuto sintomi di carattere neurologico e cognitivo, sintomi che alle volta perdurano nel tempo.
Una recente revisione narrativa italiana, condotta da ricercatori dell’Università di Milano e dell’Ospedale Irccs Policlinico della stessa città, ha spiegato nel dettaglio quali possono essere i meccanismi di azione che rendono lo zinco utile nel trattamento del Covid e zinco, sebbene, come sottolineato, non ci sia a oggi uno studio specifico che analizzi la relazione tra zinco e Covid-19. I risultati sono pubblicati sulla rivista Advances in nutrition. Oltre alla già citata funzione antinfiammatoria e di sostegno al sistema nervoso, sembra che, in presenza di calcio, lo zinco sia anche in grado di aumentare il battito ciliare, ripulendo meglio il film lacrimale da virus e batteri, di fatto riducendo la possibilità che questi arrivino al cervello attraverso il nervo ottico.
Altri studi riportati suggeriscono che questo minerale sia in grado di proteggere i pazienti affetti da Covid-19 e quindi in difficoltà immunitaria dalla co-infezione di Streptococcus pneumoniae. Inoltre, per citare un altro esempio, ci sono studi che dimostrano l’efficacia dello zinco nel proteggere l’uomo dall’infezione dal virus SARS-CoV e altri coronavirus: per estensione, si può quindi pensare che l’azione possa svolgersi anche contro il SARS-CoV-2. Insomma, sembra che integrare l’alimentazione con lo zinco possa proteggere i soggetti più fragili dall’infezione, tra i quali gli anziani, ma anche gli immunodepressi e chi soffre di patologia cardiaca, che sappiamo essere tra i più colpiti in modo grave dal Covid-19.
Si aggiungerebbero a questo effetto anche quello neuroprotettivo e di rinforzo della mucosa nasale, che potrebbe sostenere la naturale risposta immunitaria adattativa indotta dal tessuto linfoide locale. Ovviamente, lo zinco dovrebbe essere somministrato in aggiunta ai farmaci utilizzati oramai di routine contro la patologia. Ulteriori conferme potrebbero arrivare da studi costruiti ad hoc.
Fonte:
- Guido Cereda, Valentina Ciappolino, Andrea Boscutti, Filippo Cantù, Paolo Enrico, Lucio Oldani, Giuseppe Delvecchio, Paolo Brambilla. “Zinc as a Neuroprotective Nutrient for COVID-19–Related Neuropsychiatric Manifestations: A Literature Review” Advances in Nutrition, Volume 13, Issue 1, January 2022, Pages 66–79, https://doi.org/10.1093/advances/nmab110