Evidenze scientifiche sembrano dimostrare l’efficacia di alcune specifiche tipologie di funghi medicinali nel migliorare la sopravvivenza in soggetti affetti da patologia oncologica in trattamento chemioterapico, e di altre specie nel contribuire a rinforzare le difese immunitarie

La scienza si sta interrogando da tempo su possibili opzioni che possano supportare e/o integrare le cure più tradizionali, come i trattamenti chemioterapici, offrendo migliori risultati alla cura o favorire più qualità di vita e una più lunga sopravvivenza. Tra i possibili rimedi alternativi, con profili di efficacia, si annoverano anche i funghi medicinali. Da sempre impiegati nella medicina cinese, sono apprezzati per il loro valore terapeutico fin dai tempi del padre fondatore della medicina: Ippocrate. Costui identificò ad esempio nel fungo amadou, un rimedio per ridurre l’infiammazione e cauterizzare le ferite. Mentre al 206 a.c. risalgono le prime testimonianze dell’utilizzo, in Cina, del fungo Reishi come tonico contro l’invecchiamento. Studi più recenti sembrano dimostrare le potenzialità terapeutiche anche di altri funghi medicinali sia in ambito immunologico sia oncologico.

Coriolus versicolor

È più comunemente noto con il nome di coda di tacchino, che gli deriva dalla somiglianza con la coda multicolore, dalle tonalità autunnali, di questo animale. Fungo, appunto medicinale, non commestibile, è sfruttato nella Medicina Tradizionale Cinese come tonificante per milza, fegato e cuore, ma anche per contrastare stanchezza fisica e mentale. Da questo fungo, inoltre, si ricava uno dei principali farmaci antineoplastici: la crestina. A queste evidenze sembra aggiungersi anche un effetto di rinforzo e stimolo del sistema immunitario, emerso da risultati di laboratorio e sull’uomo associati al polisaccaride K (PSK).

Inoltre, la combinazione sinergica tra questo e un altro ingrediente contenuto nel fungo. il polisaccaride-peptide (PSP), svolgerebbe un’azione immunomodulante e antitumorale contro specifiche neoplasie, quali tumore gastrico e del colon-retto, migliorando la sopravvivenza del paziente. Con questa finalità di supporto al trattamento chemioterapico standard, la coda di tacchino è largamente impiegata in Giappone. Rispetto ad altri tumori, per esempio del seno o epatocellulare, le evidenze sarebbero molto meno robuste o dai risultati contrastanti.

Altri funghi

Benefici terapeutici sembrano associarsi anche an altri miceti. Tra questi il lentinan, un estratto dei funghi Shiitake che, in combinazione alla chemioterapia standard, sembra in grado di aumentare la sopravvivenza nei pazienti affetti da tumori dello stomaco, prostata, colon-retto, fegato. Per il fungo Reishi vi sarebbe dimostrazione della sua capacità nel rafforzare il sistema immunitario, supportandolo nell’azione di contrasto al cancro.

Studi di laboratorio condotti su topi evidenzierebbero la potenzialità degli estratti di funghi Chaga nello svolgere diversi effetti benefici: migliorare apprendimento e memoria, ridurre l’infiammazione, aumentare la resistenza all’esercizio, abbassare la glicemia. Infine, i funghi criniera del leone, in esperimenti di laboratorio su ratti feriti, sembrerebbero favorire la più rapida guarigione/cicatrizzazione delle ferite e la riparazione di nervi lesionati.

Inadeguatamente attenzionati

In funzione delle proprietà medicinali emerse e dal largo e lungo impiego fin dalle antiche medicine orientali, i funghi non hanno ancora la giusta attenzione da parte del mondo medico-farmaceutico, dimenticando che essi sono i migliori chimici del nostro pianeta, che gran parte della medicina proviene da funghi, che sono sopravvissuti a grandi eventi di estinzione, attestando la loro funzione essenziali per la salvaguardia dell’ecosistema del pianeta.

Fonti:

  • www.filippobosco.com
  • Società Italiana Funghi Medicinali (SIFM): www.sifm.info