Alitosi: contrastarla con la fitoterapia

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L’eziologia dell’alitosi comprende una serie di cause diverse tra loro: carie,  infiammazioni alla bocca, alle gengive o alle tonsille, igiene orale non corretta, problemi intestinali o respiratori. Per risolvere il problema è dunque fondamentale individuarne la causa principale.

Propoli, mirra e miele di Manuka

In circa l’80% dei casi l’alitosi non è legata ad alcuna patologia particolare, ma è provocata da problematiche circoscritte al cavo orale. Oltre a garantire la giusta igiene a denti, gengive e lingua, è possibile ricorrere ad alcune piante capaci di assicurare  sia un “controllo” adeguato sulla flora microbica presente, sia un trattamento mirato a eventuali stati infiammatori della mucosa e delle gengive. Particolarmente preziosi si rivelano quindi i rimedi naturali caratterizzati da un’azione antimicrobica e antinfiammatoria, quali propoli e mirra, capaci di contribuire alla riduzione della placca batterica e migliorare lo stato delle gengive e della mucosa della bocca.

Noto prodotto dell’alveare, dotato di proprietà antinfiammatorie, antimicrobiche e cicatrizzanti, la propoli è in grado di inibire la proliferazione di numerosi germi patogeni, inclusi quelli responsabili della carie dentale e delle problematiche paradontali (ad esempio la piorrea). Tra gli estratti più indicati, per sciacqui orali e gargarismi 2-3 volte al giorno, quello idroalcolico in gocce da diluire in un bicchiere di acqua tiepida, alla dose di 30-40 gocce.

Anche la mirra – resina oleosa ottenuta per incisione della corteccia della Commiphora myrrha, un arbusto originario dell’Eritrea e dell’Arabia meridionale – grazie al suo olio essenziale è in grado di realizzare un’azione antimicrobica, astringente e antinfiammatoria. Se ne può suggerire l’uso, come collutorio, dell’estratto idroalcolico, diluendone 60-80 gocce in mezzo bicchiere (circa 100 ml) di acqua tiepida.

Di più recente introduzione è anche il miele di Manuka, ottenuto dal lavoro delle api sui fiori del Leptospermum scoparium, e le sue preparazioni per uso locale, quali spray, collutori e gel per uso orale. Alcuni studi hanno infatti evidenziato per il miele di Manuka un’efficacia antibatterica “selettiva”, capace di favorire l’equilibrio e il corretto sviluppo della flora orale fisiologica.

Piante drenanti e carminative

In alcuni casi, nonostante la corretta igiene orale e l’utilizzo degli adeguati prodotti per uso locale, il problema alitosi potrebbe persistere. Può essere utile aiutare l’organismo a eliminare le tossine, favorendo il lavoro dei reni e del fegato e migliorando la digestione. A tale scopo è possibile fare ricorso a piante “drenanti” come il carciofo, il tarassaco, la genziana e il Cardo mariano. Si tratta di piante – da utilizzare prevalentemente in forma di infuso 1-2 volte al giorno per cicli di 15-20 giorni – capaci di stimolare l’efficienza degli emuntori, attivando la capacità di depurazione dell’organismo.

Volendo migliorare la funzionalità dell’apparato digestivo, particolarmente significativa è l’efficacia di un gruppo di piante definite “carminative” (dal latino “carminare”, ossia “purificare”): cumino, menta, zenzero, finocchio e camomilla. Grazie al loro contenuto di oli essenziali riescono a intervenire in modo completo sul benessere dell’intestino: oltre a favorire la digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive introdotte con l’alimentazione, i carminativi ottimizzano la funzionalità epatica e stimolano le secrezioni gastro-intestinali. Ai carminativi vanno riconosciute anche la capacità di modulare la motilità gastrointestinale (attività spasmolitica e tonico spasmogenica), nonché un’attività desensibilizzante e antinfiammatoria sulle mucose e antisettica che, secondo studi recenti, sarebbe addirittura selettiva sulla flora intestinale, quasi ad avvicinarsi a un effetto prebiotico. Per arricchire ulteriormente la flora batterica intestinale, infine, può essere utile anche ricorrere a una specifica integrazione con probiotici e prebiotici.

Salvia e tè verde

La salvia (Salvia officinalis) può rivelarsi una grande alleata della salute e della freschezza della bocca, capace di intervenire sulle possibili cause dell’alitosi, quali afte, gengiviti, tonsilliti o ancora faringiti. L’azione è prettamente antimicrobica, in virtù del suo olio essenziale, ma anche antinfiammatoria, astringente e rinfrescante. Anche per la salvia, la forma d’uso migliore è l’infuso, da preparare versando 100 ml di acqua bollente in una tazza contenente 2 cucchiaini da caffè di foglie essiccate e sminuzzate. Avendo cura di coprire il recipiente, si filtra e si utilizza l’infuso ottenuto per sciacqui e gargarismi, almeno 3-4 volte al giorno. Altrettanto efficace, ma molto più pratico, l’estratto idroalcolico da diluire in mezzo bicchiere di acqua tiepida alla dose di 50-60 gocce.

Infine, la millenaria abitudine giapponese di concludere ogni pasto con una tazza di tè verde (Camellia sinensis), con l’obiettivo di contribuire a mantenere la bocca e i denti sani, sembra aver trovato recentemente anche una conferma scientifica. Grazie alle sue catechine, più precisamente l’epigallocatechin-gallato, il tè verde possiede la capacità di preservare la salute della cavità orale, comportandosi come un antibatterico naturale, interferendo sui diversi processi che portano alla formazione di carie, placca, gengiviti e alitosi.