Ambiente, salute e cibo sono i temi al centro degli Stati generali della Sanità “Winter School 2023” in programma a Pollenzo il 16 e il 17 febbraio prossimi. Una due giorni di studio e approfondimento che punta all’approccio One Health per trovare soluzioni a problemi non più eludibili

Il mondo in cui viviamo è un ecosistema interconnesso. Solo ripartendo da un approccio di sistema, One Health, sarà possibile arginare le gravi conseguenze che derivano dall’uso sconsiderato delle risorse: dall’aria all’acqua agli spazi verdi. Basti pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera direttamente attribuibili agli inquinanti atmosferici un terzo delle morti premature dovute a infarti o ictus cerebrali, broncopneumopatie e tumori polmonari, con impatti anche molto diversi a seconda delle nazioni. Senza dimenticare l’importanza della nutrizione: 950 mila decessi annui in Europa sono imputabili a diete malsane. Ambiente e nutrizione si configurano dunque come due tasselli fondamentali per vivere e invecchiare in salute.

Guardare alle nuove sfide con un approccio One Health

Presentata in conferenza stampa a Roma lo scorso 9 febbraio, la Winter School 2023 dal titolo “Ambiente, Nutrizione, Salute”, in programma a Pollenzo, in provincia di Cuneo, i prossimi 16 e 17 febbraio con il patrocinio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, punta proprio sull’approccio One Health, indispensabile ad assicurare salute e, di conseguenza, crescita economica per il Paese.

«Se c’è una cosa che il Covid ha insegnato è che non c’è economia senza salute – ha spiegato Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità – e il raggiungimento di un livello di salute soddisfacente per la popolazione è costituito da vari elementi interconnessi fra di loro che sono: azioni verso il cambiamento climatico, azioni verso un’aria, un’acqua e una terra più pulita, azioni verso un cibo giusto e sano, azioni verso l’antimicrobico resistenza da abuso di antibiotici, azioni per una prevenzione efficace che vada dall’uso dei vaccini per prevenire le malattie, agli screening per controllare i fattori che aumentano le malattie cardiovascolari e i tumori. Tutto questo non può che essere compreso in una visione a 360 gradi che sposi, nel contesto del Global Health, il concetto di un approccio olistico nei confronti dei cittadini e dei pazienti».

«Dobbiamo ormai ragionare in termini di salute “globale e planetaria”, nella prospettiva dell’approccio One Health, non per compartimenti stagni ma secondo schemi in grado di integrare il benessere umano, quello degli animali e delle piante oltre che la salubrità dell’ambiente. Solo così – ha spiegato il presidente SIMA (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani – saremo in grado di fronteggiare le nuove sfide poste anno dopo anno dai cambiamenti climatici (con l’ampliarsi delle aree malariche), dal passaggio di nuove zoonosi virali all’essere umano (come è stato già per l’Hiv che continua a mietere 776.000 vittime ogni anno), dall’antibiotico resistenza e tante altre grandi questioni che probabilmente ci troveremo a fronteggiare da qui a poco come emergenze drammatiche».

Ambiente, cibo e salute, 3 facce della stessa medaglia

«Ambiente, salute e nutrizione sono tre facce della stessa medaglia: un ambiente salubre e sostenibile influisce positivamente sulla qualità della nostra vita, della salute, dell’aria, delle acque, del cibo che mangiamo ogni giorno – ha dichiarato nel suo intervento di saluto il Viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica, Vannia Gava – Come Ministero ne siamo assolutamente consapevoli e impegnati in una sfida cruciale contro i cambiamenti climatici, tanto per il presente quanto per le prossime generazioni, con azioni di sistema intersettoriali che sostengono l’importanza della condivisione delle responsabilità con tutti i livelli di governo, da quello internazionale e nazionale a quelli locali, fino ai cittadini.

In quest’ottica l’approccio, contenuto anche nella Strategia nazionale per la Biodiversità, non può che essere “One Health”, una visione sistemica dalla quale non si può prescindere. Innovazione e sostenibilità sono le due direttrici fondamentali. È in questa direzione che dobbiamo andare se vogliamo difendere il pianeta dai cambiamenti climatici e, di conseguenza, difendere l’uomo stesso. Da questo punto di vista, strumento importantissimo sarà il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che a breve sarà adottato in modo definitivo».

Le malattie ambientali, una minaccia allarmante

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie legate all’ambiente rappresentano il 24% di tutte le malattie e si stima che producano, tra costi sanitari e giornate di lavoro perse, una spesa superiore a 50 miliardi solo in Italia. Inoltre, stando ai rapporti sulla qualità dell’aria dell’Agenzia ambientale europea (EEA) editi negli ultimi tre anni, in Italia si contano in media 77mila morti l’anno direttamente attribuibili all’inquinamento atmosferico. La stessa agenzia evidenzia inoltre un problema enorme che interessa l’area della pianura padana, la zona più popolata e produttiva del paese.

«L’attenzione all’ambiente risponde quindi non solo alla maggiore richiesta di salute della popolazione, ma interessa i sistemi sanitari di tutto il mondo e diventa indispensabile per la loro sostenibilità. La prevenzione primaria, cioè l’attenzione agli stili di vita, se praticata e insegnata potrebbe, già da sola, ridurre in numero molto consistente moltissime malattie croniche, come ad esempio il diabete, l’obesità e moltissime patologie oncologiche. Stiamo vivendo un momento importantissimo per la ricerca: nuovi farmaci, nuovi dispositivi medici, nuove terapie che permettono, dopo la fase acuta, di curare i pazienti al loro domicilio. Dobbiamo partire da qui, da queste considerazioni, dalla prevenzione e dall’innovazione, per programmare la nostra sanità in modo sostenibile ed efficace e dobbiamo essere capaci di coinvolgere in questo progetto tutti i protagonisti del sistema: medici, professioni sanitarie, pazienti e caregiver» ha sostenuto Rossana Boldi, già Vice Presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.

La dieta mediterranea, cruciale per la salute e per l’ambiente

Come sopra accennato, stando ai dati più accreditati, ogni anno si contano in Europea oltre 950 mila decessi attribuibili a diete malsane. Grazie alla Dieta Mediterranea l’Italia si colloca come il Paese con il record di longevità in Europa con più di 17mila ultracentenari. «Il primato italiano è però minacciato da un progressivo abbandono della Dieta Mediterranea da parte di almeno il 40% della popolazione, con conseguenze presto visibili non solo sulla salute e sull’aspettativa di vita dei cittadini, ma anche sulla salubrità dell’ambiente, la qualità delle produzioni alimentari tipiche nazionali e le relative ricadute economiche e sociali. La Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’OMS come uno dei modelli più sani, investe la salute dei cittadini, legata alla qualità dei prodotti alimentari e la salute del pianeta, legata a modelli produttivi a basso impatto ambientale; infatti, è riconosciuta dalla FAO come uno dei modelli più sostenibili e dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità» ha enfatizzato il presidente SIMA.

La dieta mediterranea ricomprende inoltre una serie di alimenti dalla proprietà benefiche per l’organismo. Un modo dunque di pensare al cibo come strumento di prevenzione e mantenimento di una buona salute in modo naturale.