Il dibattito fra pro e contro al consumo di caffè in gravidanza è ancora una questione aperta. Tuttavia, un recente studio condotto da ricercatori americani del National Institutes of Health di Bethesda e dell’Università della Pennsylvania, pubblicato su JAMA Network Open, sembrerebbe confutare ogni dubbio. Quantità moderate di “oro nero” possono contribuire a mantenere sotto controllo i livelli glicemici nel sangue, quindi ad allontanare il rischio di diabete gestazionale, con impatto positivo anche sul profilo cardiometabolico.

Il quesito di partenza

L’assunzione di caffeina può associarsi a maggiori complicanze cardiometaboliche durante la gravidanza, quali diabete gestazionale (GDM), preeclampsia, ipertensione gestazionale? Domanda meritevole, per le possibili implicazioni, dell’avvio di uno studio americano, di coorte su ampi numeri, che ha coinvolto poco più di 2800 donne in gravidanza, di età media 28 anni e di diversa etnia (asiatiche, ispaniche, nere e caucasiche) senza alcuna importante comorbilità, partecipanti ai National Institute of Child Health and Human Development Fetal Growth Studies-Singletons dal 2009 al 2013.

Intento dello studio è stato misurare, tramite autovalutazione da parte delle partecipanti, i consumi di caffè in gravidanza e definire possibili impatti sullo stato di salute, ovvero potenziali rischi o benefici. Ovvero se esista una relazione tra assunzione di bevande contenenti caffeina, caffeina plasmatica e paraxantina e l’insorgenza eventuale delle citate complicanze, tenendo presente che l’assunzione di bevande contenenti bassa e/o moderata quantità di caffeina all’inizio del secondo trimestre sono quantificate (e concesse) dalle attuali linee guida dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) in dosaggi inferiori a 200 mg al giorno.

Lo studio

Le partecipanti sono state invitate ad auto-dichiarare i consumi giornalieri di bevande contenenti caffeina e sostanze affini, come tè, bevande energetiche, ma anche di acqua frizzante a 10-13 settimane e a 16-22 settimane di gestazione. Nello specifico rispettivamente al periodo tra la decima e la tredicesima settimana di gestazione, 1.073 donne (41,5%) hanno dichiarato di non aver assunto caffeina; 1.317 (51,0%) di averne consumate quantità comprese tra 1 e 100 mg al giorno e 173 (6,7%) tra 101 a 200 mg al giorno, quest’ultima soglia massima raccomandata in gravidanza. Attraverso la raccolta di campioni ematici sono stati misurati i livelli di caffeina plasmatica e paraxantina a 10-13 settimane. In riferimento al periodo tra la 16° e la 22° settimana di gestazione, invece, 599 donne (23,6%) hanno affermato di non aver consumato alcuna bevanda contenente caffeina; 1.734 (68,3%) di essersi limitate a 1 mg/d-100 mg/d; 186 (7,3%) di aver assunto quantità da 101 mg/d a 200 mg/d e 20 (0,8%) donne oltre 200 mg/d, sempre associati a bevande a base di caffeina.

Le evidenze

I dati raccolti sembrano mostrare che uno scarso consumo di caffeina, compreso tra 1 mg e 100 mg al giorno si associ a un rischio inferiore di diabete gestazionale sia in epoca più precoce (rischio relativo 0,71) e più avanzata (RR 0,53) della gravidanza. L’assunzione a 16-22 settimane è stata associata a un rischio per GDM inferiore e a concentrazioni di glucosio inferiori (da 1 mg/die a 100 mg/d vs nessuno: rischio relativo, 0,53 [IC 95%, 0,35-0,80]; ß, -2,7 mg/dL [IC al 95%, da -5,4 mg/dL a 0 mg/dL]) e a concentrazioni inferiori di proteina C-reattiva, peptide C e profili lipidici favorevoli. La caffeina plasmatica totale e la paraxantina nel periodo compreso da 10 a 13 settimane erano inversamente associate al glucosio (quartile 4 vs quartile 1: β = –3,8 mg/dL [IC 95%, da -7,0 mg/dL a -0,5 mg/dL]; trend di P = .01). Non sono state osservate associazioni con preeclampsia o GH.

In conclusione

Lo studio di coorte evidenzierebbe che l’assunzione di bevande contenenti caffeina nel secondo trimestre secondo le attuali raccomandazioni e linee guida si associa a un rischio inferiore di GDM, ma non a preeclampsia o GH. «I risultati del nostro studio – conclude Stefanie Hinkle del Dipartimento di biostatistica, epidemiologia e informatica della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania e prima autrice del lavoro – sono coerenti con le attuali linee che raccomandano in gravidanza devono un consumo di caffeina a meno di 200 mg al giorno. Risultati che sono altresì in linea con gli studi secondo cui la caffeina di per sé si associa a un miglior equilibrio energetico e a una ridotta massa grassa, il che potrebbe spiegare i risultati osservati».

Fonte:

  • Hinkle SN, Gleason JL, Yisahak SF et al. Assessment of caffeine consumption and maternal cardiometabolic pregnancy complications. JAMA Network Open, 2021, 4(11):e2133401. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2021.33401