Può l’assunzione di vitamina A, tramite la dieta, impattare sul rischio di steatosi epatica non alcolica (NAFLD)? Studi di letteratura che hanno indagato la relazione tra questi due fattori hanno fornito risultati contrastanti.

Un recente lavoro cinese, pubblicato su Scientific Reports, ha ripreso la questione evidenziando una correlazione inversa tra assunzione di carotenoidi provitamina A, come il betacarotene e il rischio di NAFLD

La patologia 

La steatosi epatica non alcolica, conosciuta anche con il termine NAFLD, acronimo dell’inglese non-alcoholic fatty liver disease, è caratterizzata da un eccessivo accumulo di lipidi nel fegato, da cui il nome di steatosi epatica.  

Accumulo che non si deve a un eccessivo consumo/abuso di alcool o a patologie epatiche specifiche ma prevalentemente a predisposizione genetica e/o fattori ambientali. Tra questi anche una dieta ricca di lipidi, appunto.

In buona sostanza, il fegato a causa della patologia è (s)oggetto a processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte dei tessuti (necrosi) che alterano in modo definitivo la funzionalità dell’organo

Nella sua progressione la NAFLD porta allo sviluppo di diverse malattie epatiche ingravescenti, fino allo stadio di cirrosi epatica, all’insufficienza epatica e al carcinoma epatocellulare (HCC).

La NAFLD sta diventando un problema di sanità pubblica con un’elevata prevalenza globale: si stima che ne sia affetta circa il 25% della popolazione mondiale, soprattutto nelle nazioni maggiormente sviluppate come Stati Uniti e Unione Europea.

Predispongono alla condizione colesterolo e trigliceridi alti, diabete o prediabete ed è infatti frequente in pazienti in sovrappeso o obesi. Fattore aggravante, la mancanza attuale di trattamenti farmacologici approvati per la NAFLD, mentre sembra esistere una relazione inversa tra assunzione di vitamina A e rischio di NAFLD, in cui tuttavia il rapporto dose-risposta non è stato chiarito dagli studi di letteratura attualmente condotti.

Aspetto su cui hanno indagato, di recente, ricercatori cinesi avviando analisi su quanto già esistente.

Il lavoro di ricerca

Ampio e, dunque, potenzialmente attendibile. L’analisi, infatti, è stata condotta a partire dai dati demografici, alimentari, sanitari e socioeconomici del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), realizzata dalla collaborazione del National Center for Health Statistics (NCHS) dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), su un campione di 6.613 adulti rispetto ai 40.617 dei partecipanti totali, in un arco temporale tra il 2007 e il 2014.

L’analisi ha evidenziato in pazienti con NAFLD un più elevato consumo di vitamina A e dopo aggiustamento dei potenziali fattori di confondimento, gli odds ratio (OR) con intervalli di confidenza (IC) al 95% della NAFLD per il quartile più alto di assunzione di vitamina A totale, vitamina A preformata e carotenoidi provitamina A erano rispettivamente 0,86 (0,69–1,06), 0,97 (0,74 –1,28) e 0,78 (0,61–0,99), confrontati con il quartile più basso.

Non emergerebbe, dunque, alcuna associazione significativa tra assunzione alimentare di vitamina A e rischio di NAFLD.

Di contro, stratificando sesso ed età, l’assunzione di carotenoidi provitamina A era inversamente associata al rischio di NAFLD nelle donne e nei partecipanti di età inferiore ai 45 anni. L’analisi dose-risposta ha indicato una relazione lineare negativa tra l’assunzione di carotenoidi provitamina A e il rischio di NAFLD: l’associazione inversa maggiormente evidente in donne e in età < 45 anni.

In conclusione

Lo studio farebbe osservare che i carotenoidi e i loro metaboliti possono alterare l’espressione dell’adiponectina, proteina in grado di promuovere la regolazione negativa del fattore nucleare kappa B (NFκB) e del TNF-α, entrambi collegati all’aumento del rischio di NAFLD.

Ciò fa dunque ipotizzare che in assenza di terapie specifiche per la NAFLD, una azione correttiva della dieta, ad esempio sul consumo di carotenoidi provitamina A, possa essere valutata tra le strategie di approccio sostenibile, per la riduzione del rischio di malattia.

Fonte

Liu C, Sun X, Peng J et al. Association between dietary vitamin A intake from different sources and non-alcoholic fatty liver disease among adults. Scientific Reports, 2024, 14, Article N°. 1851. Doi: http://doi.org/10.1038/s41598-024-52077-5