È sotto osservazione la crisina, isolata da piante come Passiflora coerulea, Passiflora incarnata e Matricaria chamomilla, o in forma sintetica. Un recente studio, pubblicato su Molecules (“Pharmacological, Neurochemical, and Behavioral Mechanisms Underlying the Anxiolytic- and Antidepressant-like Effects of Flavonoid Chrysin”), sembra evidenziarne una potenziale efficacia nel trattamento di alcuni disturbi dell’umore, grazie a effetti ansiolitici e antidepressivi. L’azione benefica dei polifenoli estratta da piante, già noti per l’azione antiossidante e/o preventiva verso alcune patologie, potrebbe “accreditarsi” per nuovi target in patologie di carattere neuropsichiatrico.

Gli studi

Parliamo di ricerche sperimentali, al momento condotte solo in vitro e in vivo, ma i risultati preliminari promettenti sembrano dimostrare la capacità della crisina di agire su diversi sistemi, nello specifico il sistema nervoso centrale (Snc), favorendo ad esempio l’attivazione dei sistemi di neurotrasmissione e delle vie di segnalazione, quali i sistemi serotoninergici e GABAergici, coinvolti in doversi disturbi dell’umore.

La molecola, inoltre, sembrerebbe in grado di attivare anche alcuni fattori neurotrofici, fra cui quello cerebrale e di crescita nervoso. Non si esclude neppure, ma è ancora da dimostrare, una possibile azione sulle vie di segnalazione antinfiammatorie e antiossidanti. Insomma, la crisina sembrerebbe agire come un farmaco naturale, diretto a sedi specifiche: strutture cerebrali come l’amigdala, l’ippocampo, la corteccia prefrontale e il nucleo del rafe. Sedi tutte coinvolte nello sviluppo e nella fisiopatologia di molti disturbi neuropsichiatrici, tra cui anche alcuni fra i più diffusi come ansia e depressione.

L’azione della crisina

In relazione all’attivazione del sistema GABAergico, il polifenolo parrebbe capace di modulare il complesso del recettore GABA A/benzodiazepine, ovvero di indurre cambiamenti dei livelli di serotonina e nell’espressione dei loro recettori, come 5-HT 1A e 5-HT 2A nel nucleo del rafe e nell’ippocampo. A questi effetti positivi si aggiungerebbe anche un’azione di ripristino dei livelli di dopamina e noradrenalina nel Snc.

Questi dati di preclinica sembrerebbero evidenziare un’azione della crisina sovrapponibile a quella di farmaci ansiolitici e antidepressivi indicati nel trattamento di queste specifiche problematiche ansia, depressione e altri disturbi neuropsichiatrici con il valore aggiunto che crisina non si associa a effetti collaterali correlati a terapie specifiche. È noto ad esempio l’impatto farmacologico sull’attività motoria associata alla sedazione.

Prossimi passi

In funzione dei promettenti dati preliminari, preclinici, da studi in vitro e in vivo è di interesse avviare studi anche sull’uomo su cui testare l’efficacia della molecola. Se questi confermassero la potenziale capacità del flavonoide di aumentare la neurotrasmissione serotoninergica e dopaminergica con minori effetti avversi, la crisina potrebbe rappresentare una terapia complementare nei disturbi d’ansia e depressione. Al momento, come detto, ipotesi in attesa di validazione da studi clinici dedicati.

Fonte:

  • Rodrìguez-Landa JF, German-Ponciano LJ, Puga-Olguín A et al. Pharmacological, Neurochemical, and Behavioral Mechanisms Underlying the Anxiolytic- and Antidepressant-like Effects of Flavonoid Chrysin. Molecules, 2022, 27(11):3551. doi:10.3390/molecules27113551