Secondo uno studio americano pubblicato sul Current Developments in Nutrition, infatti, per proteggere il muscolo e la buona funzionalità cardiaca sarebbe opportuno optare per una dieta di impronta mediterranea e/o DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension).
Un suggerimento particolarmente efficace nel paziente con diabete di tipo 1, esposto a sviluppare con una probabilità di rischio superiore rispetto a pazienti sani o comunque non affetti da questa forma di patologia, eventi cardiovascolari.
L’attendibilità dei numeri
Ben 1.255 adulti, di cui 563 affetti da diabete di tipo 1 e 692 senza diabete, sono la popolazione coinvolta nello studio condotto dell’Università del Nevada a Los Angeles, per indagare la stretta relazione tra diabete di tipo 1 (T1D) e potenziale sviluppo di malattie cardiovascolari.
Un evento che sarebbe indotto da uno stato infiammatorio di base a sua volta trigger per la formazione di placche, quindi, di insorgenza (di rischio aumentato) di aterosclerosi. Evento, tuttavia, potenzialmente modificabile con interventi correttivi sulla dieta.
Pertanto su questa popolazione di partecipanti, i ricercatori hanno valutato con appositi questionari le abitudini dietetiche per un periodo di sei anni, e la conformità dei comportamenti alimentari con i canoni della dieta mediterranea, DASH e all’Alternative Healthy Eating Index (AHEI). I dati dello studio sono stati presentati al congresso annuale Nutrition 2024 dell’American Society for Nutrition a Chicago.
L’analisi longitudinale di sei anni è stata propedeutica per la raccolta di informazioni, all’anno 3 e all’anno 6, circa la calcificazione delle arterie coronarie nel T1D [n=1255; T1D: n=563; non-DM: n=692], sostenuta oltre che dal questionario sulla frequenza alimentare, anche da un esame fisico, analisi biochimiche a digiuno (digiuno notturno di 12 ore), valutazione di biomarcatori di infiammazione e aterosclerosi [proteina C-reattiva (CRP), fibrinogeno, inibitore dell’attivatore del plasminogeno-1 (PAI-1) e omocisteina (Hcy)]. Mentre i punteggi dietetici sono stati calcolati sulla base di tre modelli dietetici sani, l’indice di alimentazione sana alternativa (AHEI), la dieta DASH e la dieta mediterranea.
I risultati
Sostengono la bontà di queste tipologie di diete per il cuore. È, infatti, emerso che i partecipanti più complianti a diete mediterranea e DASH avevano livelli più bassi di marcatori infiammatori del sangue associati al rischio cardiovascolare, come l’omocisteina (Hcy) e l’inibitore dell’attivatore del plasminogeno-1 (PAI-1), mentre non sono state rilevate associazioni significative tra i punteggi AHEI e i biomarcatori studiati.
Nello specifico i punteggi dietetici DASH erano inversamente associati all’Hcy negli adulti con e senza diabete T1D [% di variazione (95% CI): non-DM: -0,53 (-0,82, -0,23) p=0,0005; diabete di tipo 1: -0,57 (-1,01, -0,12) p=0,014]. I punteggi DASH hanno, inoltre, rivelato un’associazione inversa con PAI-1 solo nel gruppo non-DM [-0,99 (-1,83, -0,14) p=0,0226]. I punteggi della dieta mediterranea erano inversamente associati con Hcy nel gruppo T1D [-0,25 (-0,50, -0,00) p=0,0476].
In conclusione
L’aumento dell’aderenza ai punteggi DASH e della dieta mediterranea ha rivelato associazioni protettive contro l’aumento di Hcy e PAI-I negli adulti con e senza T1D, sostenendo, quindi, il ruolo di questi modelli dietetici nella riduzione del rischio di aterosclerosi, in particolare nella popolazione affetta da questa tipologia di diabete.
Fonte: Basu A, Richardson LA, Alman A et al. Longitudinal Associations of Healthy Dietary Patterns With Biomarkers of Inflammation and Atherosclerosis in Adults With and Without Type 1 Diabetes. Current Developments in Nutrition, 2024, Vol. 8, Suppl. 2, 103316.