Seguire la moda delle diete e degli integratori “miracolosi” può rivelarsi molto dannoso per la salute soprattutto quando si cerca anche la guarigione da patologie gravi come l’Alzheimer o malattie autoimmuni compreso il diabete.
Adi sul “fenomeno mediatico Lemme” e sul “metodo Panzironi”
Già a febbraio 2017 l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) si era unita alla campagna portata avanti dall’Ordine dei medici di Roma che denunciava i
pericoli delle “diete alla moda” promosse con insistenza in trasmissioni televisive da
presunti esperti. In particolare era il caso del fenomeno mediatico del farmacista Alberico Lemme che prometteva dimagrimenti rapidi senza aumentare l’attività fisica e senza restrizioni quantitative dei cibi. L’Ordine dei medici di Roma sottolineava l’inefficacia delle popular diet sugli aspetti patologici di sovrappeso e obesità. L’Ordine ravvisava, inoltre, aspetti ingannevoli dell’informazione veicolata da Lemme non scevri da interessi personali commerciali.
A gennaio 2018, l’Adi aveva poi rilanciato l’allarme sollevato da società scientifiche di diabetologia (come Sid, Amd Siedp) e da associazioni di pazienti diabetici (quali Fand, Diabete Forum, Agd, Aniad) per il pericolo legato alla diffusione di fake news riguardanti la possibilità di curare il diabete di tipo 1 con una dieta e una manciata di integratori.
Si trattava, in questo caso, del regime paleodietetico “Life120” promosso dal giornalista Adriano Panzironi che prevedeva l’eliminazione dei carboidrati dall’alimentazione per vivere fino a 120 anni e guarire da patologie come diabete e Alzheimer.
Lorenzo Piemonti, direttore dell’Istituto di ricerca sul diabete del San Raffaele di Milano ricevette il plauso di Adi per aver smontato scientificamente il “metodo Panzironi”.
Adi chiede l’istituzione dell’Autorità di vigilanza sul mercato delle diete
In quell’occasione, inoltre, l’Adi aveva chiesto al Ministero della Salute di istituire un’Autorità di vigilanza sul mercato delle diete allo scopo di:
- regolare anche attraverso sanzioni il business delle diete prive di fondamento scientifico divulgate dai media,
- contribuire a smascherare e bloccare i cyber criminali nascosti dietro falsi profili social o capaci di sfruttare la propria visibilità per raccogliere proseliti soprattutto tra persone fragili con disturbi importanti,
- certificare i programmi di dimagrimento, i regimi alimentari e i prodotti riconosciuti dalla comunità scientifica.
Barbara Paolini, vicesegretario Adi, spiegava che le nutrition fake, cioè i falsi programmi di dimagrimento suggeriti in modo martellante dai media, nascondono solitamente un business fatto di integratori, pasti sostitutivi e pillole la cui efficacia e sicurezza non è stata scientificamente dimostrata. L’azione dell’Autorità di vigilanza potrebbe limitare i danni per la salute derivati da questi programmi.
L’Adi raccomandava inoltre agli autori di programmi televisivi che trattano temi inerenti ai vari aspetti della corretta alimentazione e nutrizione di interpellare per prime le società scientifiche accreditate dal Ministero della Salute allo scopo, tra l’altro, di garantire le informazioni veicolate dai media.
Andid sul “metodo Panzironi”
Anche l’Andid (Associazione Nazionale Dietisti) ha preso posizione contro il “metodo Panzironi” considerato ad alto tasso di pericolosità e ha ricordato che nell’ambito della medicina e della nutrizione contano le evidenze scientifiche: i fatti e le prove.
L’Andid ha quindi richiesto al Ministero della salute di attuare una strategia per aumentare la corretta informazione e la consapevolezza della popolazione e per evitare questi attacchi lesivi del diritto costituzionale alla salute.