EFSA ha pubblicato il rapporto annuale relativo ai residui di pesticidi negli alimenti

L’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha diffuso lo scorso giugno l’ultima edizione del rapporto annuale relativo alla presenza di pesticidi negli alimenti.
La situazione descritta è riferita ai dati del 2017, tratti dall’analisi dei campioni di 28 Stati membri UE con l’aggiunta di Norvegia e Islanda.

Dall’analisi di 88.247 campioni, relativi a 801 pesticidi, il 54,1% è risultato privo di residui, il 41,8% conteneva in quantità entro i limiti di legge e infine il 4,1% eccedeva il limite.

Si è evidenziato pertanto un lieve aumento delle contaminazioni rispetto al 2016, quando i campioni contaminati erano risultati pari al 3,8%. Tuttavia, EFSA spiega che tale incremento è probabilmente dovuto all’elevato numero di prelievi effettuati a seguito di provvedimenti amministrativi giudiziari, che vengono eseguiti su sostanze provenienti da Paesi in cui erano stati rilevati sforamenti in passato e per i quali, quindi, è più probabile rilevare contaminazioni rispetto a un prelievo casuale.

Oltre ad analizzare la situazione per ogni singolo Paese, il rapporto permette di verificare i livelli di contaminazione per i singoli alimenti. I cibi processati, ad esempio, risultano meno contaminati rispetto agli alimenti non processati (2,7% di campioni contaminati rispetto al 4,3%). Relativamente ai 1.546 campioni di alimenti per l’infanzia, è risultato non contaminato il 94,6%; inoltre non sono state rilevate tracce di glifosato o inquinanti organici persistenti.

Europa e Italia

Il 64,3% dei campioni proveniva dall’UE, da Islanda e Norvegia, il 28,8% riguardava Paesi terzi (importati). Relativamente al primo gruppo, si è evidenziato un superamento dei limiti di legge nel 2,6% dei casi, mentre per i Paesi non appartenenti all’UE la percentuale è salita al 7,6%.

In Italia sono stati analizzati più di 11.000 campioni: di questi, il 65% è risultato privo di pesticidi, il 32,5% con quantità inferiore ai limiti e il 2,5% oltre le quantità massime consentite.

Conclusioni

In conclusione al rapporto, EFSA afferma che, sulla base dei dati elaborati, “è improbabile che l’esposizione acuta e cronica a residui di pesticidi tramite l’alimentazione possa destare preoccupazioni per la salute dei consumatori”.

È tuttavia in corso di studio la realizzazione di una metodologia per consentire la valutazione del rischio da esposizione a più sostanze contemporaneamente: dal rapporto, infatti, si evince che circa 1/4 dei campioni presentava residui multipli. EFSA chiarisce che la presenza di residui multipli non costituisce un’infrazione se le quantità dei singoli residui sono sotto il limite di legge, ma è necessario valutarne il rischio.