Gli effetti delle piante immunomodulatrici su gestanti e prole

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L’uso di antibiotici in gravidanza e allattamento potrebbe alterare il sistema immunologico dei neonati, pertanto il trattamento alternativo o di supporto con fitoterapici immunomodulatori viene visto come una valida alternativa. In genere tali derivati – per lo più a base di flavonoidi, isoflavoni, catechine e antocianidine – sono considerati sicuri, ma alcuni autori ritengono che un consumo di prodotti ad alte concentrazioni di polifenoli influenzerebbe in modo negativo la salute del nascituro. Di qui la necessità di condurre test sulla loro sicurezza prima di inserirli nella dieta materna, specie per le piante più in uso: rhodiola, echinacea, ginseng e camellia.

In particolare, ci soffermiamo sui vari studi condotti per l’echinacea, che non mostrerebbe effetti lesivi nella gestante, rischi terogenici o di malformazione sul bambino. Certo tali valutazioni sono condizionate da una serie di variabili quali la sua assunzione giornaliera, ma in media il periodo massimo di assunzione era di sette giorni.
Più nello specifico, uno studio di coorte di Heitmann et al. (2016) si era focalizzato su possibile impatto di un consumo prenatale di echinacea: sulla base di questionari distribuiti a donne alla 17 e alla 30 settimana di gestazione e 6 mesi dopo il parto – oltre che grazie a informazioni sulla gravidanza fornite dal Registro Norvegese delle Nascite – si è evidenziato come non vi fosse un maggior rischio di malformazioni o parti prematuri.

Di certo non si può affermare che l’uso di erbe sia esente da limitazioni o rischi, anche in considerazione del fatto che gli estratti fitoterapici contengono centinaia di sostanze dagli effetti antagonisti o sinergici non sempre prevedibili. Per esempio, gli estratti di ginseng mostrano effetti contraddittori sui modelli animali (azione istamino-simile o antistaminica, ipertensiva o ipotensiva, stimolatoria o deprimente del SNC). La complessità del fitocomplesso e la difficoltà nello standardizzare e uniformare i processi di coltivazione, raccolta e produzione possono rappresentare una limitazione nel loro impiego.
Pertanto, sarebbero necessari più test in vivo e maggiori informazioni prima di raccomandarne l’uso di fitoterapici immunostimolatori in gravidanza e allattamento.

Daria Scienza

Lewicka A, Szymański Ł, Rusiecka K, Kucza A, Jakubczyk A, Zdanowski R, Lewicki S; Supplementation of plants with immunomodulatory properties during pregnancy and lactation—maternal and offspring health effects; Nutrients, 2019;11(8). pii: E1958. doi: 10.3390/nu11081958