Il dolore è, senza dubbio, il sintomo più forte associato alla gonartrosi ed è anche quello che, agendo a livello psicologico, porta a una riduzione dell’attività fisica nei soggetti che lo sperimentano. Non a caso, molti degli interventi terapeutici effettuati nei pazienti con gonartrosi sono volti proprio a ridurre il sintomo doloroso, dall’uso degli antinfiammatori non steroidei ai cicli infiltrativi, passando per la stessa riabilitazione. Un recente studio condotto tra Cina e Australia, e pubblicato su “Arthritis Care and Research”, indaga gli effetti della vitamina k introdotta con l’alimentazione sul dolore artrosico.
Uno studio tra Australia e Cina
259 i pazienti inseriti nello studio, 212 dei quali sono arrivati ad avere un follow up di 2 anni. Per ognuno è stato calcolato, tramite un apposito questionario validato, l’intake base giornaliero di questa vitamina che è presente nella frutta secca, nei kiwi, nei broccoli, negli spinaci, nelle brassicacee, nei fagiolini, negli asparagi, nelle carote e nei piselli; ne sono ricche poi molte delle piante aromatiche della nostra tradizione, come basilico, salvia, timo, prezzemolo, maggiorana e origano. Altri alimenti che contengono vitamina k, anche se in misura minore, sono latte, latticini e cereali. Dato il focus sul ginocchio, gli autori hanno utilizzato gli score specifici WOMAC – “Western Ontario and McMaster University Index of osteoarthritis” per definire i sintomi di ognuno dei soggetti coinvolti e la Risonanza Magnetica per indagare la presenza di difetti della cartilagine, di sinoviti e di lesioni al midollo osseo. Il WOMAC è stato utilizzato anche a fine sperimentazione per valutare lo stato funzionale del ginocchio. Gli autori si sono così accorti che i pazienti che hanno assunto più vitamina k giornaliera per i 24 mesi considerati hanno ottenuto una riduzione dello score WOMAC e della disfunzione dell ginocchio; e ciò si è dimostrato vero anche per i soggetti con dolore peggiore all’inizio dello studio. Al contrario, non si sono individuate relazioni tra intake di vitamina k e le cambiamenti nelle lesioni individuate a inizio studio con la RMI: non è quindi chiaro se vada a inflluenzare in qualche modo la struttura dell’articolazione.
Dati questi risultati, gli autori suggeriscono di effettuare studi ad hoc per valutare l’opportunità di utilizzare una integrazione di vitamina k nei soggetti con gonartrosi per migliorarne dolore e funzionalità articolare. Questa vitamina è importante, nel corpo, per garantire la corretta coagulazione del sangue; inoltre, sembra proteggere dalle fratture ossee, prevenire l’indebolimento dello scheletro e contrastare la calcificazione delle arterie. La dose giornaliera raccomandata dall’EFSA è di 70 μg negli adulti sani, di 65 μg tra i 15 e i 17 anni, di 45 µg per i bambini di età compresa tra 11 e 14 anni, di 30 µg per bambini di età compresa tra 7 e 10 anni, di 20 µg per bambini di età compresa tra 4 e 6 anni, di 12 μg nei bambini da 1 a 3 anni e di 10 μg al giorno nei bambini dai 7 agli 11 mesi (https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/4780).
Studio: Liao, Z., Chang, J., Zhu, Z., Han, W., Meng, T., Zheng, S., Tu, L., Antony, B., Winzenberg, T., Wluka, A.E., Cicuttini, F. and Ding, C. (2022), Associations between dietary intake of vitamin K and changes in symptomatic and structural changes in patients with knee osteoarthritis. Arthritis Care Res. Accepted Author Manuscript. https://doi.org/10.1002/acr.24964