In Italia soffre di sindrome dell’ovaio policistico circa il 5-10% della popolazione femminile. Se ampliamo lo sguardo, nel mondo l’incidenza è data tra il 5% e il 20%. Questa patologia, probabilmente la più frequente in età fertile, è la manifestazione di un’alterazione del sistema riproduttivo femminile che produce troppo ormoni maschili. In effetti, tra i suoi sintomi ve ne sono alcuni legati al testosterone, come l’irsutismo e l’alopecia androgenetica. Inoltre, il ciclo mestruale della donna diventa irregolare, con mestruazioni che saltano alcuni mesi, se non scompaiono del tutto, oppure sono troppo scarse o eccessive. La sindrome dell’ovaio policistico si accompagna spesso con dislipidemia e resistenza insulinica, tanto che tra i trattamenti terapeutici compaiono anche l’attività fisica e il dimagrimento. Infine, si osserva un aumento dello stress ossidativo. Una recente revisione cinese, pubblicata su “BMC Endocrine Disorders”, valuta l’effetto di una integrazione di selenio su questa condizione ginecologica.

Sono parecchi, infatti, gli studi pubblicati che indicano il selenio come elemento utile in queste pazienti, ma non c’è ancora una vera e propria evidenza. Gli autori hanno deciso di concentrarsi solo su studi randomizzati e controllati, per aumentare il livello dei risultati ottenuti. In tutto si parla di 7 articoli, inclusi tanto nella revisione quanto nella meta analisi, per un totale di 389 pazienti, 195 dei quali hanno assunto selenio. Nella maggior parte degli studi il selenio viene somministrato come integratore solo, oppure aggiunto ai probiotici; in alcuni casi si possono fare analisi di sottopopolazione perché i ricercatori hanno usato entrambi i metodi. La dose utilizzata è di 200 μg/al giorno per un periodo che va dalle 8 alle 12 settimane. Vediamo i risultati ottenuti.

Il selenio, indipendentemente dalla modalità di somministrazione, sembra agire in particolare facendo crescere anche la capacità antiossidante totale del soggetto e incrementando i valori ematici della globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), sebbene quest’ultimo risultato non sia certo. La SHBG migliora anche in presenza di probiotici e nella maggior parte dei casi i pazienti inclusi in questi studi assumevano tanto selenio quanto i probiotici. Questo risulta quindi un ambito da approfondire con nuovi studi. Gli autori non trovano invece cambiamenti tra gruppi di studio e di controllo per quanto riguarda altri parametri che si alterano nella sindrome dell’ovaio policistico: BMI, peso, colesterolo LDL e HDL, trigliceridi, testosterone totale, insulino resistenza, ormone della crescita, ossido nitrico, malondialdeide e glicemia a digiuno. Gli autori concludono quindi che, dati i tanti parametri che non vedono cambiamenti in presenza di selenio, non c’è ragione per somministrare questo elemento regolarmente alle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico.

Studio: Zhao, J., Dong, L., Lin, Z. et al. Effects of selenium supplementation on Polycystic Ovarian Syndrome: a systematic review and meta-analysis on randomized clinical trials. BMC Endocr Disord 23, 33 (2023). https://doi.org/10.1186/s12902-023-01286-6