Il posizionamento della ricerca italiana in ambito di patologie reumatologiche è buono, collocandosi dopo alcune nazioni, come Regno Unito e Olanda, da sempre distinte per robuste ricerche e progetti di qualità, tali da ricevere importanti finanziamenti.

Lo attestano le stime di Eular (European League Against Rheumatism), organizzazione che riunisce tutte le società europee di reumatologia, che ne ha valutato la presenza italiana a livello di ricerca Eular Foreum (Foundation for Research in Rheumatology) e in generale all’interno dell’unione europea.

Le attività di Eular

«Da circa un paio di anni – ha spiegato la presidente, professoressa Annamaria Iagnocco in occasione della presentazione del Centro di Ricerca FIRA (Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite Onlus), nei pressi di Pisa, sorto in partnership con la Fondazione Pisana per la Scienza Onlus – abbiamo istituito un centro di ricerca le cui attività hanno lo scopo di stimolare la collaborazione e l’interattività tra diversi centri di ricerca al fine di sviluppare studi di migliore qualità in ambito di patologie reumatiche muscolo-scheletriche in Europa e a livello globale». Eular inoltre facilita la conoscenza e la diffusione delle ultime innovazioni scientifiche di reumatologia tramite riviste scientifiche dedicate, di cui Annals of Rheumatic Disease è la principale e rivista ufficiale dal 2000.

La ricerca di Eular

Si sviluppa attraverso e grazie a specifiche iniziative e/o programmi di supporto scientifico che intendono favorire sia la ricerca italiana sia di giovani ricercatori attivi in progetti caratterizzati da innovatività. Tra questi i principali riguardano:

  • Un sistema di voucher: si tratta di piccoli finanziamenti che Eular destina allo sviluppo o alla progressione di specifici progetti di ricerca. Negli ultimi 2 anni sono state ricevute 67 application, di cui 23 dall’Italia. Con i voucher sono stati finanziati 5 progetti.
  • Un servizio di consulenza: esperti ricercatori e/o esperti metodologi offrono la loro expertise/consulenza per migliorare la qualità e il livello della ricerca scientifica. Per questa iniziativa sono pervenute ad Eular 19 richieste di consulenza, 1 dall’Italia.
  • Grant per lo sviluppo di nuovi tools: ovvero di strumenti in grado di migliorare la qualità e l’efficienza della ricerca, anche in termine di considerazione. Nel corso degli ultimi due anni sono state presentate 47 application, di cui 11 dall’Italia.
  • Assegnazione del centro di eccellenza. Si tratta di un titolo che Eular riserva a centri di prima classe nella ricerca, assegnato sulla base di specifici e rigorosi criteri di valutazione. In Italia hanno ricevuto questa “certificazione di alta qualità”, riconosciuti cioè come centri di ricerca dall’Eular, la reumatologia dell’Università di Padova e la reumatologia dell’Istituto Gaslini di Genova.
  • Foreum: è la Fondazione per la ricerca in reumatologia, partner dell’Eular, e sviluppa progetti e attività per favorire la ricerca di eccellenza. Tra il 2013 e il 2023, sono state lanciate 25 call per 25 milioni di euro che hanno supportato 79 progetti scientifici. In relazione all’Italia sono pervenute 25 richieste e di queste 2 sono state finanziate con 600 mila euro ciascuna.
  • Il programma di fellowship. Riguarda in prevalenza giovani ricercatori. Sono state 6 le richieste presentate dall’Italia e 3 giovani ricercatori sono stati sostenuti con fellowship di 50 mila euro in caso di due progetti e con 150 mila euro per il terzo. Mentre alcuni centri di ricerca italiani hanno ricevuto richiesta di ospitare il programma di fellowship per accogliere giovani ricercatori europei: delle 5 richieste pervenute, 3 hanno ricevuto un finanziamento, due per 150 mila euro e una per 50 mila euro.
  • I career grant: è una opportunità per i ricercatori per dare continuità alla loro carriera di ricercatore: 28 sono state le application di ricercatori italiani, di cui 3 finanziate con 200 mila euro ciascuna.

«Infine – conclude Iagnocco è stata fatta un a ricerca per rilevare la presenza dell’Italia come partner o leader di progetti a livello dell’unione europea. Dal 2015 al 2023 si evince una discreta esposizione italiana in queste posizioni. Ad oggi sono 16 i progetti di programma europei che vedono la compartecipazione anche della ricerca italiana, soprattutto nel programma Horizon Grant».