Prescrivere l’attività fisica come terapia, al pari di un farmaco, per le significative evidenze di efficacia nell’impattare sulla salute in generale e su specifiche problematiche. Compreso il contrasto all’obesità, comunque alla riduzione del peso. Benefici che emergono da un recente studio dell’Università di Ljubljana, in Slovenia e dell’Università di Zagreb in Croazia (“Effectiveness of a population-scaled, school-based physical activity intervention for the prevention of childhood obesity“), pubblicato su Obesity, che ha indagato in una popolazione di giovani, con problemi ponderali oppure no, i possibili effetti derivanti da un aumento di ore, anche limitato, di educazione fisica nei programmi scolastici.
L’obesità in costante aumento, specie nella popolazione pediatrica
I dati più recenti, riportati nello stesso studio, riferiscono un aumento significativo della prevalenza globale dell’obesità salita nell’arco di pochi anni, tra il 1975 e il 2016, dallo 0,7% al 5,6% nei ragazzi e dallo 0,9% al 7,8% nelle ragazze. Fino a diventare una vera pandemia, meritevole di interventi efficaci sul contenimento del fenomeno, in un contesto di sostenibilità del sistema.
La prima attenzione si è rivolta agli stili di vita (corretti) che, ancora una volta, si sono confermati arma e strumento efficace nel dare scacco anche all’aumento di peso. I dati e le evidenze possono ritenersi di attenzione in quanto su larga scala. Lo studio, condotto nel mondo reale, ha infatti considerato una popolazione di oltre 34 mila bambini di età compresa tra sei e 14 anni, afferenti a 216 scuole slovene a livello nazionale. Obiettivo dello studio era valutare l’efficacia di Healthy Lifestyle, un intervento di attività fisica longitudinale che prevedeva l’inserimento di due lezioni aggiuntive di educazione fisica dalla prima alla sesta classe e tre lezioni aggiuntive dalla settima alla nona classe, da attuarsi immediatamente dopo il normale orario scolastico, mettendo a confronto i benefici in termini di controllo di peso fra un numero di partecipanti al programma integrato di attività fisica con un numero simile di non partecipanti delle stesse scuole.
Il programma
Il numero massimo di bambini per classe era compreso tra 16 e 30 e le ore di attività fisica erano guidate da insegnanti specializzati in grado di potere offrire almeno 12 diversi sport per triennio, dando la priorità ai tre sport più affermati in ambito locale. Parallelamente dovevano provvedere a educare i ragazzi a uno stile di vita sano, fornendo un tutoraggio, ad esempio su corrette abitudini alimentari, quali la limitazione del consumo di snack e bevande zuccherate a favore di una dieta diversificata.
Per valutare gli effetti dell’attività fisica, ovvero stimare gli effetti di diversi livelli di esposizione all’intervento (cioè, da 1 a 5 anni) sul BMI (Indice di Massa Corporea) nei bambini con peso normale, sovrappeso o obesità al basale, sono state utilizzate equazioni di stima generalizzate.
I risultati non hanno disatteso le aspettative: il BMI è apparso sensibilmente più basso nel gruppo di intervento, indipendentemente dalla durata della partecipazione o dallo stato di peso al basale, evidenziando che la differenza nel BMI aumentava con la durata del programma, con effetti massimi osservati dopo 3-4 anni di partecipazione. Un dato che si è attestato costantemente maggiore per i bambini con obesità (con un picco di 1,4 kg/m2 [IC 95%: 1,0-1,9] per le ragazze con obesità e con un picco di 0,9 kg/m2 [IC 95%: 0,6-1,3] per i ragazzi con obesità). Gli esiti migliori del programma si sono attestati nel corso e/o dopo 3 anni facendo rilevare una inversione di tendenza all’obesità dopo, mentre i numeri più bassi necessari per il trattamento (NNT) sono stati osservati dopo 5 anni (NNT = 17 per le ragazze e 12 per i ragazzi).
In conclusione
Lo studio farebbe rilevare che interventi con PA su scala di popolazione, all’interno di programmi scolastici, sono efficaci nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità, con effetti maggiori in bambini inizialmente affetti da obesità. Tali risultati possono essere perseguibili e consolidati con interventi di almeno tre anni consecutivi senza interruzione, per non compromettere l’efficacia a lungo termine.
Programmi che tuttavia meritano di un finanziamento da parte delle istituzioni. I ricercatori sottolineano la necessità che responsabili politici e enti finanziatori siano consapevoli del fatto che l’obesità è una condizione cronica, che deve essere affrontata in un’ottica di lungo periodo, e che le soluzioni facili e gli effetti immediati non sono né realistici né sostenibili.
Fonte:
- Jurić P, Jurak G, Morrison SA, Starc G, Sorić M. Effectiveness of a population-scaled, school-based physical activity intervention for the prevention of childhood obesity. Obesity (Silver Spring). 2023 Mar;31(3):811-822.