Poco importa il colore rosso o nero, sebbene quest’ultimo sia un po’ più potente, fatto è che il succo della pianta del mirtillo, appartenente alla Famiglia delle Ericacee, è usato in ambito fitoterapico per le sue potenzialità benefiche per l’organismo. Sono note per esempio le proprietà sulla visione, per la capacità dei principi attivi di agire sui vasi sanguigni, nello specifico i capillari oculari, o la benefica azione generalizzata sul microcircolo e la circolazione sanguigna, lenendo i disturbi delle vene varicose, o ancora un effetto anti-aging.

Una revisione sistematica (Cranberries for preventing urinary tract infections), pubblicata nella Cochrane Library, riconferma i benefici importanti anche sulle vie urinarie: merito sempre dei suoi principi attivi, prima fra tutti le proantocianidine, responsabili anche della tipica colorazione delle bacche.

Non sono nuovi all’indagine

I mirtilli e i loro effetti sull’apparato urinario, specie nella prevenzione delle infezioni afferenti a questo tratto (UTI), sono stati protagonisti di diverse revisioni Cochrane.

L’ultima del 2023 ha preso in esame un’ampia gamma di studi (50 studi controllati randomizzati estratti dalle maggiori banche dati quali CENTRAL, MEDLINE ed EMBASE, atti di conferenze, International Clinical Trials Register Search Portal (ICTRP) e ClinicalTrials.gov.) per stabilire l’impatto in qualità e quantità dell’assunzione del mirtillo rosso (cranberry) sotto forma di succo, compresse o capsule, sull’eventuale riduzione del numero di infezioni urinarie.

Particolare attenzione è stata data alle proantocianidine, specifici polifenoli presenti in frutti, fiori, semi e cortecce di molte specie botaniche, comprese il mirtillo, note per inibire l’attecchimento del batterio Escherichia coli alle cellule uroteliali che rivestono la vescica.

Lo studio

La revisione, rispetto alle precedenti, ha aggiunto 26 studi per un totale di 50 lavori, di cui 45 rispetto al placebo o assenza di trattamento, per un totale di 8.857 partecipanti su cui sono stati misurati gli effetti del mirtillo rosso.

Le ipotesi di efficacia non sono state disattese e hanno sostenuto che l’assunzione di questa sostanza è in grado di ridurre il rischio di infezioni urinarie ripetute in tutte le popolazioni: oltre il 25% in caso di donne, percentuale raddoppiata e che supera il 50% nei bambini, e con risultati simili, attorno al 53%, in particolari condizioni di rischio, come dopo un trattamento radioterapico alla vescica ad esempio.

A quale dose sarebbe più efficace? L’Associazione francese di urologia stabilisce una soglia di 36 mg di proantocianidine (PACs) al giorno per la profilassi della cistite ricorrente, affezione tra le più comuni, secondo quanto già raccomandato dalla Haute Autorité de Santé francese per la prevenzione delle cistiti ricorrenti da E. coli nel 2021.

Nulla di conclusivo

Sebbene tali dati sembrano propendere sull’azione di efficacia del mirtillo rosso in un contesto di infezioni urinarie, ci sono ancora delle zone grigie da chiarire: ad esempio se vi è diversità di impatto sulla formulazione della sostanza (in succo, compresse o tra diverse dosi somministrate di PACs) non ancora emersa in modo chiaro dalle revisioni attuali, e se gli effetti variano in popolazioni speciali, come soggetti anziani che presentano (anche) ritenzione urinaria, o in donne in gravidanza in cui la cistite è un episodio noto e ricorrente.

Fonte:

  • Williams G, Hahn D, Stephens JH, Craig JC, Hodson EM. Cranberries for preventing urinary tract infections. Cochrane Database Syst Rev. 2023 Apr 17;4(4):CD001321.