L’identikit dell’osteopata italiano: un’indagine promossa dal ROI

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Identikit Osteopata Italiano_ROI

Due su tre sono under 40, la componente femminile è in crescita, sono principalmente concentrati nel Nord Italia e meglio integrati con gli altri operatori sanitari rispetto ad altri Paesi europei.
È l’identikit dell’osteopata italiano secondo i dati della ricerca OPERA (Osteopathic Practitioners Estimates and Rates) diffusi dal ROI (Registro degli Osteopati d’Italia)

Lo studio, pubblicato dalla rivista scientifica Plos One, è stato condotto da un team di ricercatori di Come Collaboration Onlus, una fondazione di ricerca in osteopatia: dalla ricerca risulta che il numero degli osteopati in Italia oscilla tra i 4.600 e i 5.600.

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Largo ai giovani

Il 67% degli osteopati sono uomini, ma negli ultimi anni si è verificato un aumento del numero delle donne.
Per quanto riguarda l’età, prevale la fascia compresa tra i 30 e il 39 anni (40%). Da segnalare il ricambio generazionale che la professione sta attraversando: gli over 65 rappresentano lo 0,3% di coloro che hanno risposto, a fronte di una popolazione osteopatica di under 30 pari al 22%.

La collaborazione con gli altri operatori sanitari

Il 58% degli osteopati afferma di lavorare come libero professionista nel proprio studio, mentre il 42% dichiara di collaborare con altri professionisti sanitari.
Il 95% del campione si dice favorevole alla regolamentazione della professione di osteopata, ritenendo che questo aspetto potrebbe influenzare positivamente la collaborazione professionale con altri operatori sanitari e potenzialmente la qualità dell’assistenza dei loro pazienti.
Il 71% dichiara inoltre di fare parte di un’associazione di osteopatia.

Qualche numero in più

Il 31% degli osteopati proviene dal Nord-Ovest e il 24% dal Nord-Est. Nel Centro Italia opera il 25% degli osteopati, mentre al Sud (17%) e nelle isole (3%) la situazione è più complessa.
Interessante poi sottolineare un dato riguardante la formazione: il 93% del campione intervistato afferma di proseguire il suo aggiornamento professionale, in media sono due i corsi seguiti all’anno.

Il commento del ROI

«I dati emersi dallo studio sono piuttosto interessanti: risalta soprattutto l’interesse da parte dei giovani verso la ricerca, l’attenzione all’aggiornamento continuo e la consapevolezza di essere parte di una comunità di professionisti pronta a collaborare con gli altri operatori sanitari» ha dichiarato Paola Sciomachen, presidente del ROI.

In occasione della 7° Settimana Internazionale dell’Osteopatia, che si è tenuta dal 14 al 20 aprile, l’associazione ha lanciato l’hashtag #7000mani, invitando i 3.500 iscritti a condividere sui social le loro mani e ricordare a pazienti e istituzioni il ruolo fondamentale che ricopre l’osteopatia per la salute pubblica.