Rielaborare il dolore a livello cerebrale per percepirne un effetto minore a livello locale. È questa la strategia terapeutica, di carattere psicologico associata a trattamenti più tradizionali, suggerita da un gruppo di ricercatori americani, potenzialmente in grado di ridurre le manifestazioni dolorose da lombalgia cronica. Le evidenze in uno studio pubblicato su JAMA Network Open.

Premessa

La mente può condizionare il dolore. Da questo assunto, a metà fra un quesito e una affermazione, è partita una indagine di un gruppo di ricercatori americani che ha voluto valutare la capacità di un approccio psicologico, quale la terapia di rielaborazione del dolore (PRT) nell’“educare” la percezione del dolore in condizioni cliniche altamente antalgiche, come la lombalgia cronica, problematica non esente anche da ricadute sociali, assistenziali, con costi diretti e indiritta, tra cui perdita di ore di lavoro e qualità della vita.

I ricercatori hanno, quindi, voluto indagare se il dolore cronico primario autoriferito dal paziente potesse avere anche una compartecipazione di processi mentali o cerebrali e, dunque, potesse essere in qualche misura condizionato dalla riattribuzione del dolore in termini di convinzioni sulle cause scatenanti.

La PTR, in effetti, sembra riferire da un lato aumenti significativi delle cause di dolore attribuite alla mente o al cervello, ma dall’altro che le stesse correlano a una riduzione del dolore.

Le cause del dolore cronico

Nella lombalgia cronica è convinzione comune in chi ne è portatore, che il dolore sia in prevalenza, se non esclusivamente, dipendente dalle lesioni periferiche, quali le protrusioni discali o osteoartrosi quand’anche, in termini radiologici, i reperti periferici li identifichino come trigger dominanti per sintomi dolorosi.  

Da qui l’indicazione che il dolore cronico primario (CDP) associato a specifiche patologie come la lombalgia cronica, appunto, ma anche alla cefalea tensiva, possa dipendere in molti casi da processi di sovraregolazione centrale e di apprendimento delle minacce. Ovvero esisterebbe una sorta di condizionamento psicologico che porta a correlare il danno tissutale a sentimenti di paura, evitamento, disuso e persistenza del dolore.

Questi potrebbero essere modulati e educati con interventi di PTR che insegna a percepire i segnali di dolore inviati al cervello come meno minacciosi. La dimostrazione di efficacia di questo approccio deriva da un piccolo studio preliminare, randomizzato (PRT vs placebo) condotto su più di 151 adulti, di cui il 54% donne (81) di età compresa tra 21 e 70 anni con mal di schiena cronico, che riferivano CDP di gravità moderata, con durata media di cira10 anni, reclutati tra 2017 al 2018, in cui si è voluto testare gli eventuali benefici, soprattutto in termini di maggior sollievo, dalla riattribuzione del dolore a processi cerebrali piuttosto che alle lesioni periferiche stesse. 

I risultati

I partecipanti sono stati invitati a esprimere prima e dopo il trattamento, le 3 principali cause di dolore percepite, ad esempio infortunio durante il gioco del calcio, cattiva postura, stress, l’intensità del dolore medio dell’ultima settimana su una scala da 0 (assenza di dolore) a 10 (dolore massimo).

Successivamente su questi parametri è stato sviluppato un algoritmo che ne consentisse specifiche misurazioni. Sono emerse una dimensione/partecipazione principale della mente e del cervello rispetto alle attribuzioni biomeccaniche ma anche che due terzi delle persone in terapia con PRT, con ricorso a tecniche cognitive, comportamentali e somatiche, raggiungevano assenza totale o quasi di dolore, a fronte del 20% dei controlli con placebo. In questo secondo caso si è ricorso a iniezione sottocute e cure abituali ritenute influenti in termine di attribuzione del dolore.

In conclusione

I risultati dello studio dimostrerebbero che il cambiamento delle prospettive sul ruolo del cervello nel dolore cronico può consentire ai pazienti di sperimentare risultati ed esiti migliori in termini di contenimento del dolore.

Fonte Ashar JK, Lumley MA, Perlis RH et al.  Reattribution to mind-brain processes and recovery from chronic back pain. A secondary analysis of a randomized clinical trial. JAMA Netw Open, 2023, 6(9):e2333846. Doi:http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.33846