Si conferma il ruolo della dieta nel prevenire o promuovere l’insorgenza di un tumore, nello specifico prostatico. Un recente studio americano (“Gut Microbiome–Dependent Metabolic Pathways and Risk of Lethal Prostate Cancer: Prospective Analysis of a PLCO Cancer Screening Trial Cohort”), pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, ha osservato che la composizione della dieta, ovvero la presenza di specifici metaboliti nel sangue, si associa a forme di tumore prostatico più aggressivo, di difficile trattamento, fino ad essere letali. Da qui l’indicazione che interventi di rimodulazione della dieta possano contribuire a ridurne il rischio.

C’entrano i metaboliti

Alcuni alimenti sono “più buoni” di altri. Affermazione scontata, talvolta abusata, ma che potrebbe avere un fondo di verità almeno quando si parla di oncologia e di tumori prostatici in particolare. Il consumo di alcuni alimenti, e dunque il rilascio di specifici metaboliti nel sangue, sembra condizionare non solo la formazione di una massa tumorale, ma anche il grado di aggressività della malattia.

È quanto asseriscono un gruppo di ricercatori americani dopo avere analizzato i dati di pazienti precedentemente arruolati nel National Cancer Institute’s Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian (PLCO) Cancer Screening Trial e aver identificato una stretta relazione tra dieta e microbioma intestinale che genera metaboliti con un effetto, tuttavia ancora poco chiaro, sul rischio letale di cancro alla prostata. Data la lunga storia naturale del tumore prostatico, l’identificazione dei fattori di rischio modificabili appare difficoltosa, al pari della definizione prospettica dei tumori letali, a questo scopo è stata avviata l’indagine americana.

Lo studio e i risultati

Per arrivare a selezionare specifici alimenti con possibile impatto sul tumore prostatico, gli autori hanno fatto una sorta di “controllo crociato”. Hanno studiato i dati della spettrometria di massa su campioni di siero basale raccolti da 173 pazienti con cancro alla prostata letale e in 519 arruolati in uno studio di screening su cancro della prostata, polmone, colon-retto, ovaio, poi deceduti per malattia. I livelli sierici basali di colina, carnitina, betaina, γ-butirrobetaina, crotonobetaina, fenilacetilglutammina, acido ippurico e p-cresolo solfato sono stati quantificati e analizzati per quartile.

Tramite l’analisi di regressione logistica multivariata si sono associati i livelli di analita con l’incidenza letale del cancro alla prostata dopo aggiustamento per indice di massa corporea e PSA. Con il test di Cochran-Armitage è stato valutato l’andamento degli analiti nei vari quartili. Nello specifico, rispetto al primo quartile, livelli basali più alti di colina (Q4 OR: 2,19; 95% CI, 1,23-3,90; P-trend: 0,005) e betaina (Q4 OR: 1,86; 95% CI, 1,05-3,30; tendenza P: 0,11) erano correlati a probabilità aumentate, di sviluppare un cancro alla prostata letale, al pari di elevati livelli sierici di fenilacetilglutammina al basale (Q4 OR: 2,55; 95% CI, 1,40-4,64; P-trend: 0,003), un metabolita del microbioma intestinale della fenilalanina con attività adrenergica, con esposizione al rischio anche 2-3 volte superiore. Si ricorda che la fenilalanina è contenuta in fonti proteiche vegetali e animali come carne, fagioli e soia, mentre colina e betaina in alimenti di origine animale quali ad esempio carne rossa, tuorli d’uovo e latticini ad alto contenuto di grassi.

Dallo studio emergere che composizione della dieta, livelli di metaboliti circolanti e pathways di segnalazione possono rappresentare fattori di rischio modificabili associati a forme di cancro alla prostata letali. Anche l’inibizione dei recettori beta-adrenergici può costituire un ulteriore obiettivo per la riduzione del rischio oncologico. «La speranza – concludono i ricercatori – è che queste molecole possano in futuro essere utilizzate come biomarcatori precoci del cancro alla prostata e aiutino a modificare il rischio di malattia grazie a modifiche della dieta e dello stile di vita».

Fonte:

  • Reichard CA, Naelitz BD, Wang Z et al. “Gut Microbiome–Dependent Metabolic Pathways and Risk of Lethal Prostate Cancer: Prospective Analysis of a PLCO Cancer Screening Trial Cohort”. Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention 2021. http://doi.org/10.1158/1055-9965.EPI-21-0766