La preeclampsia interessa oggi circa il 5% delle donne in gravidanza in Europa, anche se si stima che la percentuale sia destinata ad aumentare, a causa dell’incremento di patologie come l’obesità e il diabete, oltre che della crescente età media delle gestanti. In molti casi il parto è la cura elettiva per questa patologia, pertanto le pazienti vengono monitorate fino a quando non sia possibile farle partorire; solo prima della 37° settimana, se possibile, si ritarda l’induzione del parto.
Lo studio del team danese ha scoperto che nei ratti l’ergotioneina – un amminoacido solforato naturale, derivato dell’istidina con importanti proprietà antiossidanti – è in grado di ridurre la sintomatologia, abbassando la pressione sanguigna, svolgendo un effetto preventivo sulla ridotta crescita del feto e rallentando il rilascio di sostanze tossiche dalla placenta. L’ergotioneina è presente in alcuni tipi di funghi, nei fagioli neri e rossi e nella crusca d’avena, oltre a essere sintetizzata chimicamente. I ricercatori stanno attualmente cercando di aumentarne la produzione utilizzando il lievito come substrato: in questo modo se ne potrebbe ottenere una maggiore quantità, oltre a consentire di ridurre il costo del prodotto finito.
L’ergotioneina – che ha mostrato effetti benefici anche rispetto ad altre patologie neurologiche e cardiache – sembra quindi essere un nutraceutico antiossidante sicuro, dalle molteplici proprietà. Saranno necessari nuovo studi per valutare il suo reale effetto sull’uomo.
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