Il numero di casi di sepsi è in aumento in tutto il mondo, probabilmente a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’alto tasso di pazienti con varie comorbidità. Si tratta di un’importante questione sanitaria, che colpisce circa 49 milioni di persone l’anno, determinando la morte di 2,9 milioni di bambini nei Paesi a basso reddito e 8 milioni di adulti. Anche i Paesi ad alto reddito sono colpiti da questa piaga: negli Stati Uniti, per esempio, ogni anno si ammalano di sepsi 1 milione e 700 mila soggetti, 270 mila dei quali muoiono. Il dato interessante è che l’80% di questi casi, a livello mondiale, si verificano in contesti comunitari, ospedale compreso.

Un recente studio spagnolo, condotto all’ospedale universitario La Paz e all’ospedale Quirón Torrejón di Madrid, valuta gli effetti della somministrazione precoce di vitamina C e tiamina sulla mortalità in ospedale e sulla mortalità a 28 giorni. Altri endpoint sono poi la mortalità in Terapia Intensiva, la durata della permanenza in Terapia Intensiva e in ospedale, la durata della ventilazione meccanica e di vasopressori, uso di terapia renale sostitutiva e cambiamenti nel DPCT 72h e nel DSOFA 72h. I soggetti presi in considerazione sono pazienti chirurgici in condizioni critiche con shock settico refrattario, in tutto 120, suddivisi in un gruppo di studio (58) e in uno di controllo (62). Il confronto tra i due gruppi ha messo in evidenza un tasso di mortalità a 28 giorni più basso nel gruppo di studio, mentre non sembrano esserci differenze nel tasso di mortalità in ospedale. La somministrazione precoce di vitamina C e tiamina consentirebbe, inoltre, di ridurre la mortalità in Terapia Intensiva e di utilizzare meno frequentemente la terapia renale sostitutiva.

Gli autori non si sono fermati qui, ma hanno cercato di capire se ci siano variabili che permettono di predire una prognosi negativa. Ecco, allora, che l’età e i valori di DSOFA72h predicono la mortalità a 28 giorni e la mortalità in ospedale. Quanto individuato dallo studio, ovvero che la vitamina C è efficace nel migliorare gli esiti in pazienti con sepsi, è una novità: esistono revisioni di letteratura che negano questo effetto. Tuttavia, gli autori sottolineano che, di solito, i pazienti da loro presi in considerazione non vengono inseriti negli studi randomizzati. Può quindi essere che la vitamina C sia utile in questa particolare popolazione. Lo studio è pubblicato su “Revista Española de Quimioterapia”. Lo shock settico è una condizione di sepsi severa in cui si evidenzia una riduzione critica di perfusione dei tessuti, affiancata da una riduzione consistente della pressione arteriosa, che possono portare a uno stato di insufficienza multiorgano che coinvolge polmoni, reni e fegato. La terapia più comune utilizza la perfusione e la vasopressina. Nei pazienti che non rispondono a questa terapia, si dice che lo shock è refrattario. La mortalità di questi pazienti supera il 40%.

Studio: Suárez-de-la-Rica A, Croes B, Ciudad L, Vallejo I, Mújica J, Díaz-Almirón M, Maseda E. Vitamin C and thiamine for the treatment of refractory septic shock in surgical critically ill patients: a retrospective before-and-after study. Rev Esp Quimioter. 2022 Nov 28:suarez28nov2022. doi: 10.37201/req/107.2022. Epub ahead of print. PMID: 36440551.