I vegetali sono una fonte inesauribile di sostanze nutritive necessarie per il nostro organismo, partendo dalle vitamine, per passare alle fibre alimentari e poi arrivare ai sali minerali. Negli ultimi anni sono molte le spinte verso un maggior consumo di verdura, dimostrata utile per supportare la salute del cuore, prevenire i tumori e il diabete. Un recente studio olandese ha valutato se una dieta plant based sia anche capace di sostenere un buon invecchiamento cognitivo.

Per plant based si intende una dieta ricca in alimenti vegetali, possibilmente a km 0, e priva di cibi processati industrialmente. I dati utilizzati per questo lavoro vengono da un precedente studio, chiamato “B-vitamins for the Prevention of Osteoporotic Fractures trial” o “B-proof trial” , svolto tra il 2008 e il 2016. I soggetti coinvolti erano tutti over 65 e avevano alti livelli di omocisteina.

Per questo nuovo lavoro (The association between adherence to a plant-based diet and cognitive ageing), pubblicato su Nutrients, i ricercatori hanno preso in considerazione solo una sottopopolazione, ovvero i partecipanti al gruppo di controllo valutati dalla Wageningen University: 658 soggetti. Dal punto di vista nutrizionale, questi soggetti avevano differenti abitudini alimentari. Gli autori li hanno suddivisi in 4 quadranti in base al consumo o meno di vegetali, osservando che coloro che ne mangiano meno sono di solito maschi e fanno un maggior consumo di alcol. Altre differenze riguardano i nutrienti assunti quotidianamente: carboidrati, zucchero, fibre e acido folico sono più presenti in coloro che aderiscono a una dieta ricca in vegetali, mentre sono carenti le proteine, la vitamina B12, acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA).

Dato l’interesse sulla funzionalità cognitiva, gli autori hanno sottoposto i partecipanti a una batteria di test, all’inizio dello studio e dopo 2 anni. I test utilizzati sono: le 15 parole di Ray (Rey Auditory Verbal Learning test – RAVLT), il Digit Span, il Trail Making, lo Stroop Colour-Word, il Symbol Digit Modalities e il Letter Fluency. Partendo da questi test gli autori hanno poi ideato degli score cognitivi per riuscire a leggere al meglio i risultati, scegliendo i più efficaci.

Nonostante i tanti test effettuati, questo lavoro non riesce a mettere in evidenza differenze nel declino cognitivo dei pazienti coinvolti. Gli autori spiegano questo risultato sottolineando che una dieta plant based è certamente ricca in vitamine e antiossidanti, ma è povera di altri elementi noti per supportare la funzionalità cerebrale, come la vitamina B12 e gli acidi grassi EPA e DHA, presenti nel pesce. Una riflessione che trova conferma nel fatto che i pazienti che utilizzano una dieta plant based, aggiungendovi il pesce, sono quelli che sembrano beneficiarne maggiormente. Gli autori concludono osservando che una dieta equilibrata, ricca in nutrienti differenti, è probabilmente la più indicata per sostenere un invecchiamento in salute, anche per il cervello.

Fonte

  • van Soest APM, van de Rest O, Witkamp RF, van der Velde N, de Groot LCPGM. The association between adherence to a plant-based diet and cognitive ageing. Eur J Nutr. 2023 Mar 11.