È nota per potere contribuire a ridurre il peso corporeo in funzione del potenziale aumento dell’ossidazione dei grassi, ma è ancora oggetto di dibattito la capacità della p-sinefrina, tra i principali “ingredienti” dell’arancia amara, scientificamente Citrus aurantium, di migliorare anche il metabolismo dei grassi in corso di prestazione/esercizio fisico.

Sul tema hanno indagato un gruppo di ricercatori spagnoli, il lavoro di ricerca è pubblicato su Review Nutrients.

Dalla letteratura

I risultati non sono univoci. Sprint, salto, esercizio aerobico sono alcune discipline e prestazioni su cui sono stati testati, in precedenti studi, gli effetti delle p-sinefrina: obiettivo valutare il miglioramento indotto sul dispendio energetico, con una azione potenziata di “brucia grassi”.

La richiesta parte da evidenze che dimostrerebbero che l’assunzione a lungo termine, quindi l’ingestione cronica di p-sinefrina, possa ridurre la massa grassa attraverso l’aumento della termogenesi e dell’ossidazione dei grassi.

Tanto che la p-sinefrina è presente in prodotti dimagranti, termogenici e integratori sostitutivi del pasto. In epoche più recenti l’attenzione si è nuovamente spostata sull’efficacia nell’ossidazione dei grassi durante la prestazione fisica con l’intento di confermare quanto emerso da precedenti in cui non si osserverebbero effetti specifici sulle prestazioni sportive, o offrire una nuova lettura.

E così pare: il presente lavoro di ricerca, infatti, sembrerebbe dimostrare che la p-sinefrina, assunta in una dose di 2-3 mg per kg di massa corporea, favorisca una maggiore ossidazione dei grassi durante l’esercizio fisico incrementale e continuo, specificatamente in una gamma di carichi di lavoro compresi tra il 30% e l’80% del picco di consumo di ossigeno (VO2peak), a vantaggio di una associazione peso-prestazioni.

In buona sostanza, ciò farebbe supporre la potenzialità della p-sinefrina nello stimolare l’ossidazione dei grassi durante esercizi di intensità crescente senza influenzare il carico di lavoro al fine di ottenere la massima ossidazione dei grassi (Fatmax).

Inoltre, vi sarebbe evidenza che l’ossidazione dei grassi durante l’esercizio avvenga senza un impatto sulla frequenza cardiaca; da qui l’ipotesi di utilizzo della p-sinefrina in programmi di esercizi mirati a ridurre la massa grassa senza (dover) modificare l’intensità dell’esercizio o di (dover) usare la frequenza cardiaca come determinante dell’esercizio intensità.

Lo studio farebbe infatti rilevare che lo spostamento nell’ossidazione del substrato non impatta sull’aspetto cardiaco in corso di prestazione

In conclusione

L’assunzione, prima dell’esercizio fisico, di p-sinefrina o di prodotti che la contengono, potrebbe offrire alcuni benefici in termine di maggiore e migliore utilizzo dei grassi durante l’esercizio a intensità da bassa a moderata.

Saranno, tuttavia, necessari ulteriori studi per valutare gli eventuali effetti della p-sinefrina sull’ossidazione dei grassi durante l’esercizio fisico sul lungo periodo, ovvero con l’assunzione in cronico della sostanza e l’induzione (oppure no) di effetti avversi.

Indicazione che potrebbe aiutare a formulare specifici programmi combinati per favorire la perdita di grasso e il mantenimento/acquisizione del peso corporeo.

Fonte

Ruiz-Moreno C, Del Coso J, Giráldez- Costas V et al. Effects of p-Synephrine during exercise: a brief narrative review. Review Nutrients, 2021, 13(1):233. Doi: https://doi.org/10.3390/nu13010233