L’evidenza dimostrerebbe che donne che hanno sviluppato in gravidanza diabete gestazionale decuplicano il rischio di poter manifestare diabete di tipo 2 nell’arco della vita. Prevenirlo, o comunque ridurre il tasso di insorgenza, è un obiettivo terapeutico perseguito dalla ricerca scientifica e fra le soluzioni possibili sembra profilarsi efficace il consumo di caffè, purché risponda a uno specifico rapporto quali-quantitativo. È quanto emerge da uno studio della National University of Singapore (Habitual coffee consumption and subsequent risk of type 2 diabetes in individuals with a history of gestational diabetes – a prospective study”), pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.

Le peculiarità

A fare la differenza sono la qualità del caffè, quello tradizionale con caffeina rispetto al decaffeinato o ad altre bevande zuccherate, e le quantità della bevanda, almeno due tazzine o più giornaliere. Questi due fattori, insieme, sarebbero potenzialmente in grado di ritardare o prevenire lo sviluppo del diabete di tipo 2 (T2D), in donne a rischio.

Vale a dire la popolazione che ha presentato già una forma di diabete mellito gestazionale: evento che si correlerebbe, da dati scientifici, a un sensibile aumento (anche superiore di dieci volte) di potere manifestare nell’arco della vita diabete T2D, appunto. Così per testare l’efficacia del consumo di caffè nel contrastare questo rischio, che sembrerebbe associarsi alla presenza di polifenoli nella bevanda, ricercatori di Singapore hanno avviato uno specifico studio su una vasta coorte di donne, monitorate a lungo.

Lo studio

Ha avuto come protagoniste oltre 4.500 donne con una storia di diabete gestazionale, tra il 1991 e il 2017, che sono state selezionate con apposito questionario atto a valutare le quantità dei consumi di caffè con e/o senza caffeina, pari a nulla o da 2-3 tazzine/die e/o pari o superiori a 4. Parametri demografici e stili di vita, incluso la dieta, e possibili esiti/sviluppo di patologie specifiche, invece, sono stati aggiornati ogni 2-4 anni.

Inoltre i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue a digiuno nel periodo 2012-2014 in un sottogruppo di partecipanti senza diabete per misurare i biomarcatori del metabolismo del glucosio, quali HbA1c, insulina, C-peptide (n = 518), utilizzando infine i modelli di regressione di Cox multivariata per calcolare gli Hazard Ratio (HR) aggiustati e gli intervalli di confidenza (IC) al 95% per il rischio di T2D. Le evidenze, al termine dello studio, mostrerebbero che il consumo di caffè con caffeina è inversamente associato al rischio di T2D.

I risultati

A fronte di 979 partecipanti che nel periodo di studio hanno sviluppato T2D, i risultati farebbero rilevare quanto segue: un HR aggiustato (IC 95%) per ≤1 (diverso da zero), 2-3 e 4+ tazze/die rispetto a 0 tazze/die (riferimento) di 0.91 (0.78, 1.06), 0.83 (0.69, 1.01) e 0.46 (0.28, 0.76), rispettivamente (P-trend = 0.004). Dato rilevante, l’evidenza di un rischio inferiore del 17% (rapporto di rischio [RR] = 0,83, IC 95%: 0,75, 0.93) per T2D e del 9% (RR = 0,91, 95% CI: 0.84, 0.99) rispettivamente, associato alla sostituzione di 1 porzione/die di bevande zuccherate e di bevande zuccherate artificialmente con 1 tazza/die di caffè contenente caffeina.

Non ultimo, concentrazioni inferiori di insulina a digiuno e di peptide C (P-trend <0,05) si sarebbero osservate in relazione a un maggiore consumo di caffè con caffeina. Di contro, non sarebbe emersa alcuna correlazione fra assunzione di caffè decaffeinato e riduzione del rischio di T2D, a fronte tuttavia dell’associazione inversamente correlata alle concentrazioni di peptide C (P-trend = 0.003).

Riassumendo

Fra le donne che bevevano una tazzina, due o tre e quattro o più di caffè con caffeina, rispetto a coloro che non ne facevano un consumo o che assumevano il decaffeinato, è stato osservato un rischio inferiore per lo sviluppo di T2D rispettivamente del 10%, 17% e 53%, a fronte invece di mancate evidenze in caso di consumi di caffè decaffeinato, sebbene questo risultato potrebbe essere dovuto al campione ristretto di donne che consumavano caffè senza caffeina. Infine, sostituendo il consumo di bevande con dolcificanti artificiali e zuccheri aggiunti con caffè con caffeina si osserverebbe la riduzione del rischio, rispettivamente, del 10% e del 17%, per ogni tazza di bevande sostituita con il caffè.

Fonte:

  • Yang J, Tobias DK, Li S, Bhupathiraju SN, Ley SH, Hinkle SN, Qian F, Chen Z, Zhu Y, Bao W, Chavarro JE, Hu FB, Zhang C. Habitual coffee consumption and subsequent risk of type 2 diabetes in individuals with a history of gestational diabetes – a prospective study. Am J Clin Nutr. 2022 Dec 19;116(6):1693-1703.