Due estratti di Echinacea purpurea potenzialmente in grado di contrastare il dolore neuropatico indotto da chemioterapia con oxaliplatino. Sono le evidenze emerse da studi in vivo del CERFIT, Centro di Riferimento Regionale in Fitoterapia, facente capo all’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, pubblicati sulla rivista Phytotherapy Research.

Esiti rilevanti se si considera che il dolore neuropatico da chemioterapia dipendente è la principale tossicità dose-limitante che condiziona la modulazione e/o il proseguimento della terapia, ovvero lo sviluppo di dolore cronico e il peggioramento della qualità della vita del paziente oncologico.

Le ricerche scientifiche

Sono sempre più ampi gli interessi della ricerca scientifica nell’indagare soluzioni, anche derivanti da pianta medicinali/officinali, che possano supportare il contrasto di effetti collaterali associati a specifici trattamenti, quali ad esempio la chemioterapia. Essa è correlata a esiti avversi importanti che ne condizionano l’andamento: riduzione della produzione di globuli rossi, nausea e vomito, dolore neuropatico. Quest’ultimo è spesso un fattore dose-limitante alla modulazione della chemioterapia, come nel caso di un trattamento con oxaliplatino, e quanto ne consegue per il paziente in termini di tollerabilità, efficacia terapeutica, progressione della malattia stessa.

Per frenare intensità e insorgenza del dolore neuropatico indotto da oxaliplatino sono al vaglio potenziali soluzioni a supporto, tra queste una terapia con Echinacea purpurea. Uno studio italiano (Echinacea purpurea against neuropathic pain: Alkamides versus polyphenols efficacy”) ha voluto indagare nello specifico, con esperimenti in vivo, l’impatto di due differenti estratti di questa pianta medicinale, ovvero un estratto esanico di E. purpurea (EP4-RE, ricco in alcamidi) e un estratto butanolico (EP4-RBU, ricco in polifenoli) e di alcuni rispettivi singoli componenti alchilammidici o polifenolici sul dolore neuropatico associato a questo regime chemioterapico.

Gli studi in vivo

I ricercatori fiorentini hanno testato le due sostanze su modelli animali, topi maschi adulti già trattati con oxaliplatino, dimostrandone in entrambi i casi l’efficacia correlata a una riduzione del dolore. In relazione a EP4-RE vi sarebbe evidenza di un profilo anti-iperalgesico dose-dipendente, dove l’estratto totale si è rivelato più efficace rispetto al suo costituente principale (alcamide 8 = acido dodeca-2 E,4 E,8Z,10 E/Z-tetraenoico isobutilamide): dato che farebbe ipotizzare l’azione benefica e sinergica di più componenti/principi attivi contenuti nell’estratto.

Inoltre sembra possibile raggiungere il “silenziamento” dell’effetto anti-allodinico di EP4-RE tramite la somministrazione contemporanea di un antagonista selettivo del recettore cannabinoide di tipo 2 (CB2), esito invece non dimostrato ricorrendo ad un antagonista dei recettori dei cannabinoidi di tipo 1 (CB1).

Buoni risultati si sarebbero ottenuti anche dall’estratto ricco in polifenoli dove l’azione contro il dolore neuropatico sarebbe esercitata – così si ritiene – in prevalenza dall’acido cicorico. Inoltre quest’ultimo, anche somministrato da solo, favorirebbe potenzialmente la regressione completa dell’allodinia indotta da oxaliplatino. Viceversa non vi sarebbe dimostrazione di una azione sinergica e/o potenziata dall’impiego di un mix di tre diversi polifenoli contenuti nell’estratto.

I risultati

Le prime risultanze dagli esperimenti in vivo sembrerebbero attestare in relazione all’estratto alchilammidico la potenzialità di ripristinare l’ipersensibilità indotta da oxaliplatino in modo dose-dipendente con una superiorità rispetto all’alchilammide principale presente nell’estratto. Ciò dimostrerebbe dunque, a detta dei ricercatori, l’azione combinata e sinergica svolta sul dolore da più composti/principi attivi presenti nell’estratto, potenziando l’attività biologica dei singoli componenti. Laddove necessario il ricorso a recettori CB2 potrebbe favorire ulteriormente tali benefici. Anche l’estratto ricco in polifenoli sembrerebbe in grado di esercitare un’azione anti-neuropatica correlata specificatamente all’acido cicorico, ovvero all’attività di scavenging dei radicali liberi e alla protezione contro lo stress ossidativo.

In buona sostanza, gli estratti di Echinacea potrebbero rappresentare un’opzione al contrasto dell’allodinia da oxaliplatino attraverso l’attivazione selettiva dei recettori CB2 da parte delle alcamidi, come anche tramite alcune proprietà protettive dei polifenoli. Tali studi di laboratorio per quanto promettenti e di plausibile efficacia dovranno essere ampliati per chiarire i meccanismi di azione dell’E. purpurea e come sfruttarli al meglio a beneficio del paziente oncologico.

Fonte:

  • Micheli L, Maggini V, Ciampi C, Gallo E, Bogani P, Fani R, Pistelli L, Ghelardini C, Di Cesare Mannelli L, De Leo M, Firenzuoli F. Echinacea purpurea against neuropathic pain: Alkamides versus polyphenols efficacy. Phytother Res. 2022 Dec 28.