La vaccinazione HPV resta l’arma migliore e più efficace per il contrasto alle patologie innescate dall’infezione da Human Papilloma Virus (HPV). Tuttavia, un recente studio americano (“AHCC ® Supplementation to Support Immune Function to Clear Persistent Human Papillomavirus Infections”), dell’UT Health McGovern Medical School di Houston, sembrerebbe dimostrare che l’assunzione quotidiano di un estratto del fungo Shiitake (AHCC) sia in grado di supportare il sistema immunitario, potenziandone la funzionalità e favorire l’eliminazione dell’HPV.

Diffusione e implicazioni dell’HPV

Secondo le ultime stime del National Foundation for Infectious Diseases, l’HPV colpisce l’80% degli adulti sessualmente attivi almeno una volta nella vita. Nella gran parte dei casi, l’HPV si risolve spontaneamente entro due anni dalla contrazione, ma in caso di ceppi oncogeni o se l’infezione da HPV persiste, può sviluppare verruche genitali e cancro, sia nella donna, più di frequente alla cervice uterina, sia nell’uomo.

Da qui l’interesse a trovare opzioni terapeutiche, anche di medicina integrata, che possano aiutare a irrobustire l’azione barriera del sistema immunitario contro il virus e/o a favorirne l’eliminazione. in questa direzione sembra di potenziale efficacia l’integrazione con AHCC.

Le evidenze

Sei mesi di integrazione con un estratto del fungo Shiitake potrebbero favorire il contrasto all’infezione, dunque all’eradicazione, fino all’incirca il 64% dei casi. Questa relazione effetto-tempo emerge da un recente studio di fase II randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, condotto da ricercatori americani su 50 donne con una storia superiore a due anni di HPV persistente asintomatico ad alto rischio.

Lo studio prevedeva nel braccio di trattamento l’assunzione di 3 g di AHCC per via orale una volta al giorno a stomaco vuoto per sei mesi, seguiti da sei mesi di un placebo e nel braccio di controllo un placebo assunto per l’intero anno. Ogni 3 mesi, i pazienti sono stati valutati con il DNA HPV test e l’RNA HPV test e con il monitoraggio di un pannello di marcatori immunitari tra cui interferone-alfa, interferone-beta (IFN-β), interferone-gamma (IFN-γ), IgG1, linfociti T e livelli di cellule natural killer (NK).

Al completamento del periodo di studio di 12 mesi, ai pazienti nel braccio placebo è stata data la possibilità di continuare lo studio e ricevere la supplementazione di AHCC non in cieco per 6 mesi con gli stessi appuntamenti di follow-up e test del braccio di intervento. I risultati, al termine della sperimentazione, avrebbero confermato la capacità della supplementazione con AHCC di eliminare l’infezione in quasi il 64% dei casi (14 su 22 donne), osservando in particolare la soppressione dell’IFN-beta a meno di 20 pg/ml e l’aumento dei linfociti T, dell’IFN-ã e della clearance. Nel braccio placebo, solo due dei 19 pazienti erano HPV-negativi alla fine del periodo di trattamento, a dimostrazione dell’efficacia dell’estratto.

Prossimo passo

In relazione ai risultati ottenuti, sarà necessario avviare ulteriori studi per stimare la durata effettiva, in termini di efficacia, dell’integrazione con AHCC per ottimizzare e favorire il mantenimento dei risultati. È opinione degli autori che sebbene la vaccinazione resti fondamentale per la prevenzione dell’infezione da HPV, disporre di una ulteriore opzione che favorisca eliminazione di forme persistenti e asintomatiche sia cruciale per contrastare/ridurre il rischio di cancro HPV correlato.

Fonte:

  • Smith JA, Gaikwad AA, Mathew L et al. AHCC ® Supplementation to Support Immune Function to Clear Persistent Human Papillomavirus Infections. Front. Oncol, 2022, 12:881902.